Giulianova, trovato al largo del porto il corpo di Mohamed / DUE VIDEO
Il cadavere del ragazzino marocchino disperso in mare da tre giorni è stato trascinato dalla corrente a 60 metri dal molo sud. Manifestazione spontanea di solidarietà in piazza, l'abbraccio della città e un minuto di silenzio
GIULIANOVA. E' stato ritrovato Mohamed. Il corpo senza vita del ragazzino marocchino di 14 anni disperso in mare da tre giorni era a ridosso del del molo sud del porto, a circa 60 metri al largo, dalla parte opposta da dove era stato dato l'allarme.
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Grande la costernazione e lo sconforto che hanno avvolto tutta la vicenda alla notizia del ritrovamento del ragazzino ormai senza vita. Mohamed era andato a fare il bagno con un amichetto su un materassino. Il mare era mosso e il vento tirava forte. L'amico si è salvato, lui non è più tornato. Imponente l'operazione delle ricerche avviata da Guardia costiera, vigili del fuco, associazioni sommozzatori, Croce rossa. A cominciare dal tratto in cui era scomparso a ridosso del molo nord del porto.
Questa mattina (mercoledì 26 giugno) il corpo è stato avvistato da due ragazzi che erano usciti in barca a vela. Quindi l'allarme alla Capitaneria. Sul posto sono arrivati un gommone della Guardia costiera e uno dei sommozzatori dell'Opsa della Croce rossa. Sono stati quest'ultimi a recuperarlo.
Ora, oltre alla tristezza, rimane l'inchiesta aperta dalla Procura anche per capire se la segnalazione sulla scomparsa del ragazzino sia stata data in ritardo. (d.p. e a.mo.)
È stata trasferita in tarda mattina all'obitorio dell'ospedale di Teramo la salma del 14enne. All'esterno della sala mortuaria, dove il corpo è chiuso a disposizione del magistrato, si sono radunati molti connazionali della giovane vittima che portano conforto alla madre. Nelle prossime ore, quando la documentazione sarà ricevuta in Procura, il sostituto procuratore Andrea De Feis dovrebbe affidare l'autopsia che può essere eseguita nel fine settimana.
L'amico della vittima, Said, è stato ascoltato ancora una volta nella sede dell'Ufficio circondariale marittimo per ribadire la sua ricostruzione: «Ho raggiunto la riva per cercare aiuto - avrebbe detto - ma sulle prime non sono stato creduto. Soltanto più tardi i bagnini si sono messi in acqua per cercare Mohamed».
I due ragazzi avevano raggiunto la spiaggia da Teramo a bordo di un autobus di linea e si erano sistemati agli ombrelloni dello chalet Malibù. Avevano deciso di entrare in acqua nonostante le pessime condizioni del mare, agitato con onde formate sottocosta, sospinte da venti di circa 13 nodi. Nessuno, tra i sorveglianti della spiaggia, si sarebbe accorto del loro ingresso in acqua: l'incidente dopo circa un'ora trascorsa in mare, tra i cavalloni e la forte corrente. Il materassino si sarebbe ribaltato due volte, con la seconda fatale per il giovane Mohamed, che non sapeva nuotare e che avrebbe perso l'appoggio al gonfiabile.
Studente della scuola media Zippilli nel capoluogo, da cinque anni a Teramo dove aveva raggiunto la mamma badante, era diventato la mascotte di un club di tifosi della squadra di calcio ed era conosciuto un po' da tutti, girovago a bordo della sua bicicletta con cui amava fare evoluzioni.
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Sui Social e tra i tanti amici e conoscenti è scattato il tam-tam solidale: La centralissima piazza Martiri si è fermata per un minuto, nel pomeriggio, per salutare il 15enne nel corso di una semplice commemorazione con foto e fiori, organizzata dagli amici e compagni di scuola. Sbrigate le formalità, dopo l'autopsia, la salma sarà rimpatriata in Marocco, dove vive il padre naturale del giovane. Tanti gli "amici di Momo", come veniva affettuosamente chiamato Mohamed, che hanno osservato un minuto di silenzio e deposto fiori accanto ad una sua fotografia. Alla piccola cerimonia hanno partecipato anche i compagni di scuola, il vescovo Leuzzi e il sindaco D'Alberto.