La città degli evasori della Tares
Di Sabatino sbotta: un teramano su due non ha ancora pagato la seconda rata
TERAMO. Mancano tre milioni di euro al conto della Tares. Dalla seconda rata della tassa per la raccolta dei rifiuti, che ha sostituito la Tia, il Comune avrebbe dovuto incassare 5,5 milioni di euro.
Alla scadenza di fine settembre, però, il gettito complessivo non ha superato la quota dei 2.5 milioni. La cifra copre meno della metà dell'importo calcolato per il costo del servizio fornito dalla Team e dunque dovrà essere l'ente ad anticipare la quota mancante da versare alla società pubblico-privata, in attesa di recuperare le somme non pagate. Una sacca di evasione così ampia preoccupa l'amministrazione cittadina. «E' un forte segnale di allarme», sottolinea l'assessore alle finanze e vicesindaco Alfonso Di Sabatino Martina, «a cui rispondere non una sterile contrapposizione politica ma con soluzioni di carattere più manageriale».
Secondo l'amministratore è necessario intervenire sui costi del servizio. «C'è bisogno di una cura dimagrante per la Team», osserva Di Sabatino, «che passi attraverso anche una razionalizzazione e rimodulazione del sistema di raccolta e smaltimento dei rifiuti». La dieta comportebbe una riduzione dei costi e delle relative quote a carico del contribenti. «Questo non significa che il sevizio sia inadeguato», chiarisce il vicesindaco, «ma che il suo peso è notevole». Sul buco da tre milioni influisce anche la perdurante crisi economica. «Il sistema continua ad essere in difficoltà», fa notare l'assessore, «e c'è tanta gente che non è più in grado di pagare». Al Comune spetterà la riscossione coattiva delle quote non versate che seguirà il sollecito e la ingiunzione emessi invece dalla Team. Le cifre della seconda rata, che ammonta a 40% del totale, fanno registrare un'inversione di tendenza rispetto al versamento della quota precedente. A fine giugno, periodo entro il quale bisognava pagare il 35% dell'imposta, il Comune ha incassato 3,5 milioni di euro, con un leggero incremento rispetto alla stima iniziale. All'appello manca la terza rata, pari alla parte residua del 25%, che dovrà essere pagata dai contribuenti entro dicembre. Per i circa 20mila utenti teramani l'esborso finale comporterà anche un ulteriore colpo. All'ultima rata sarà aggiunta l'addizionale dello 0,3% che andrà a finire nelle casse dello Stato. L'evasione della Tares non è agli stessi livelli dell'Imu. «In questo caso non ci sono problemi particolari», evidenzia Di Sabatino, «il gettito è buono anche perché chi non paga rischia un'azione esecutiva sull'immobile».
Gennaro Della Monica
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