Prati di Tivo, largo agli imprenditori
Nasce il consorzio degli operatori turistici locali. Il presidente Carnovale: «Se necessario gestiremo anche la cabinovia»
TERAMO. Gli operatori turistici dei Prati di Tivo fanno fronte comune per il rilancio dell'area montana. Con questo intento sei tra albergatori, ristoratori e titolari di scuole di sci hanno dato vita al consorzio che mira a migliorare i servizi offerti dalla stazione sciistica ed escursionistica ai piedi del Gran Sasso. Tra le prospettive degli operatori consorziati c'è anche l'intervento diretto nella gestione degli impianti di risalita.
La cabinovia. A sottolineare questa finalità specifica è il presidente del consorzio Mauro Carnovale. «L'organismo non è nato per occuparsi degli impianti dei Prati», sottolinea, «ma se c'è necessità di farlo, non ci tireremo indietro». Il consorzio è attrezzato per affrontare la gestione in particolare della cabinovia, ripartita a ridosso di Natale dopo un lungo periodo di stop e tra tante difficoltà burocratiche, economiche e tecniche. «Ci siamo dotati delle professionalità e delle assicurazioni necessarie», conferma Carnovale, «per un'iniziativa di questo genere». Lo scopo principale del consorzio resta comunque di aggregare gli operatori della zona per sviluppare servizi, infrastrutture e strumenti promozionali, come campagne pubblicitarie, destinate a valorizzare il territorio. «Siamo già pronti a muoverci», spiega il presidente, «anche perché la stagione estiva è ormai vicina».
Fondi freschi. Alberatori e ristoratori riuniti nel consorzio si affiancheranno dunque alla Gran Sasso teramano spa, titolare della cabinovia dei Prati e che tra le sue finalità la promozione dell'area montana. Il presidente Marco Bacchion ha comunicato ai soci l'esistenza di negatività nel patrimonio netto pari a 160.800 euro che rendono necessaria una ricapitalizzazione. La risposta da parte della Provincia, socio di maggioranza con poco più del 52% delle quote, è stata immediata. Nell'ultimo consiglio è stato approvato uno stanziamento di oltre 146mila euro, da destinare alla Gran Sasso teramano spa ripartito in 83.839,6 per la copertura delle perdite e 62.563,41 a titolo di ricostituzione del capitale sociale. Lo stesso intervento è stato richiesto da Bacchion alla Camera di commercio, che tiene il 41,44% delle quote e dovrebbe versare 116.366,84 euro. Somme di minor importo sono di competenza di Comuni e altri enti soci della Gran Sasso teramano, fino al raggiungimento della somma complessiva di quasi 281mila euro necessaria per appianare le passività e ricapitalizzare la società. «Prima di arrivare alla seduta dell'assemblea», sottolinea Bacchion, «mi auguro che la Camera di commercio confermi il proprio impegno dei partecipazione come ha già fatto la Provincia».
La gestione. Nel frattempo è scaduto l'accordo con la Sangritana che, durante l'inverno, ha permesso di far tornare in funzione la cabinovia. La Gran Sasso Teramano spa ha pubblicato un bando per il riaffidamento della gestione da giugno a settembre che, però, è andato deserto. «Lunedì presenterò al cda il risultato della procedura», annuncia Bacchion, «e valuteremo l'avvio della trattativa privata». Si ripeterà, in pratica, il percorso seguito tra settembre e dicembre. La trattativa, per la quale è indicato come base un canone di affitto di 100mila euro, dovrebbe rivelarsi meno sofferta rispetto a quella dell'inverno scorso perché non abbraccerà interventi di manutenzione che sono stati già realizzati. Per il Comune di Pietracamela la cabinovia è una delle tante questioni aperte sul territorio. «Dobbiamo avviare il piano di ricostruzione post terremoto da 85 milioni di euro», fa notare il sindaco Antonio Di Giustino, «ed entro l'estate avvieremo l'intervento per la rimozione del masso che incombe su una parte del paese».
Gennaro Della Monica
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