Teramo, bocconi avvelenati per strada Cani in pericolo, l'allarme su Facebook
L'ultimo caso venerdì, l'animale è sopravvissuto. Allerta sul web
TERAMO. Continuano a susseguirsi in città casi di cani intossicati con tutta probabilità da bocconi o esche avvelenate. Nell'ultimo mese sono stati cinque i casi sospetti di animali ricoverati con i sintomi dell'avvelenamento al pronto soccorso della facoltà di Medicina veterinaria.
L'ultimo episodio si è verificato venerdì scorso: per fortuna il cane in questione è riuscito a sopravvivere e sarà dimesso oggi. "Nei casi che abbiamo avuto in cura si è trattato sempre di cani di proprietà e non di randagi, ma potrebbero esserci stati altri episodi magari trattati da altri veterinari in città", ha spiegato Augusto Carluccio, docente della facoltà di Veterinaria e responsabile del pronto soccorso veterinario, "per quanto ci riguarda abbiamo sempre provveduto a mandare dei campioni alla Asl e all'istituto zooprofilattico per capire se si tratta o meno di avvelenamento, anche se i sintomi presentati dagli animali erano di quel genere. Non bisogna tuttavia lanciare l'allarme: c'è bisogno che i padroni siano semplicemente informati e sappiano di questi rischi in modo da poter prendere tutte le precauzioni, come ad esempio quella di evitare di lasciare i propri cani senza guinzaglio negli spazi pubblici".
L'allerta era stata lanciata ieri via Facebook dal profilo di appassionati animalisti che mettevano in guardia i proprietari di cani dal pericolo di imbattersi in bocconi avvelenati in diverse zone delle città, fra cui i Tigli, via De Paulis, via Dati e Villa Gesso. Diversi casi simili erano stati inoltre segnalati pochi mesi fa anche al parco fluviale del Vezzola e a Bellante dove, in particolare, la Lega per la difesa del cane aveva portato all'attenzione casi di avvelenamento di cani randagi. Qui il sospetto era che qualcuno avesse agito sistematicamente per eliminare il branco di randagi attirandoli con dei bocconi di carne mischiati a lumachicida.
L'ultimo episodio si è verificato venerdì scorso: per fortuna il cane in questione è riuscito a sopravvivere e sarà dimesso oggi. "Nei casi che abbiamo avuto in cura si è trattato sempre di cani di proprietà e non di randagi, ma potrebbero esserci stati altri episodi magari trattati da altri veterinari in città", ha spiegato Augusto Carluccio, docente della facoltà di Veterinaria e responsabile del pronto soccorso veterinario, "per quanto ci riguarda abbiamo sempre provveduto a mandare dei campioni alla Asl e all'istituto zooprofilattico per capire se si tratta o meno di avvelenamento, anche se i sintomi presentati dagli animali erano di quel genere. Non bisogna tuttavia lanciare l'allarme: c'è bisogno che i padroni siano semplicemente informati e sappiano di questi rischi in modo da poter prendere tutte le precauzioni, come ad esempio quella di evitare di lasciare i propri cani senza guinzaglio negli spazi pubblici".
L'allerta era stata lanciata ieri via Facebook dal profilo di appassionati animalisti che mettevano in guardia i proprietari di cani dal pericolo di imbattersi in bocconi avvelenati in diverse zone delle città, fra cui i Tigli, via De Paulis, via Dati e Villa Gesso. Diversi casi simili erano stati inoltre segnalati pochi mesi fa anche al parco fluviale del Vezzola e a Bellante dove, in particolare, la Lega per la difesa del cane aveva portato all'attenzione casi di avvelenamento di cani randagi. Qui il sospetto era che qualcuno avesse agito sistematicamente per eliminare il branco di randagi attirandoli con dei bocconi di carne mischiati a lumachicida.
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