Il Nibbio reale in volo (foto Soa, si ringraziano Enzo De Bernardinis e Augusto De Sanctis)

AMBIENTE

Abruzzo tra le roccaforti del Nibbio reale / VIDEO

L'uccello rapace raro, chiamato anche aquila rossa, vive soprattutto nella parte meridionale della provincia di Chieti secondo un monitoraggio della Stazione ornitologica

PESCARA. L'Abruzzo è una delle roccaforti del Nibbio reale in Italia. A confermarlo è un censimento della Stazione Ornitologica Abruzzese (Soa). Il Nibbio reale Milvus milvus è un uccello rapace raro, tutelato da drettive e convenzioni internazionali, localizzato in poche nazioni europee. Si caratterizza per la evidente coda forcuta, il colore rossastro e il volo veleggiato di cui è un vero campione in confronto a molti altri uccelli. Non a caso, in inglese, è chiamato red kyte letteralmente traducibile in aquilone rosso. 

IL VOLO DELL'AQUILA ROSSA: GUARDA IL VIDEO

Il volo veleggiato del Nibbio reale
In Abruzzo vive il 20% della popolazione nazionale di questo uccello rapace raro

E' purtroppo una specie ancora in pericolo, ricordano gli ambientalisti della Soa, causa le numerose collisioni con le pale degli aerogeneratori, delle uccisioni illegali e dell’avvelenamento causato dalla ingestione di pallini di piombo che si nascondono nei resti di animali abbattuti dai cacciatori di cui si nutre.

"La popolazione italiana di Nibbio reale", annotano gli ambientalisti, "è inferiore a quella di nazioni come la Spagna ma è ancora ben rappresentata con una stima di 314-426 coppie nidificanti, distribuite soprattutto tra la Basilicata e la Puglia. In Abruzzo, è presente e nidificante in una vasta area nella parte meridionale della provincia di Chieti, dove purtroppo si concentrano enormi campi eolici, ed è oggetto di attività di monitoraggio da parte della Soa da oltre 10 anni. 

"Anche in questo inverno"  osserva Massimo Pellegrini, presidente della Soa, "nonostante le difficoltà imposte dalle restrizioni per il Covid e dalle avverse condizioni meteorologiche, i volontari della Soa, durante questa settimana, hanno raccolto i dati di presenza della specie contando simultaneamente in 6 diversi dormitori un totale di 252 individui, numero leggermente superiore a quello medio degli anni precedenti. Non è da escludere che i limiti alla caccia e ad alcune attività umane imposti dalla pandemia abbiano favorito anche questa specie. La popolazione svernante in Abruzzo, in realtà parte di una metapopolazione comune alle regioni Molise e Puglia, è pari a circa il 20% della popolazione nazionale, un dato quindi molto rilevante".

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