«Angelini, se non può pagare fallisca»
La donna che ha dato del «buffone» al re delle cliniche: ho risposto a una provocazione.
AVEZZANO. «Io ho avuto il coraggio di dirgli in faccia quello che tutti pensavano». Ha commentato così Antonietta Paris il tumulto avvenuto lunedì pomeriggio davanti alla clinica Santa Maria dopo l’arrivo di Vincenzo Angelini.
E’ lei la donna che ha dato del «buffone» al re delle cliniche accusandolo dei guai dei dipendenti della struttura sanitaria avezzanese, senza stipendio da sette mesi. Ancora senza voce a causa della disputa a suon di grida con Angelini, è pronta a confermare tutte le critiche mosse nei suoi confronti.
«Ho urlato con tutta la forza la mia rabbia perché lui è venuto ad Avezzano a prendere in giro le persone», ha dichiarato la donna, di origini celanesi, madre di una dipendente della clinica, «perché un imprenditore, quando non può più pagare i propri dipendenti, qualunque siano le cause, getta la spugna e dichiara fallimento, lasciando il posto a chi può andare avanti. Invece per lui questa ipotesi non è percorribile e tutto ciò avviene sulle spalle dei lavoratori. Quando mi ha inseguita», ha raccontato, «di certo non ho avuto paura. Anzi, avrei desiderato che anche gli altri manifestanti avessero aderito alla mia dura protesta, in modo che si fosse reso conto che i marsicani non si fanno mettere i piedi intesta. Invece sono stata zittita e si è scelta la linea della condivisione piuttosto che quella della critica».
Ha poi raccontato il dramma familiare e personale che sta vivendo sua figlia e gli altri 80 lavoratori della clinica che da sette mesi lavorano e portano avanti l’assistenza ai pazienti senza percepire neanche un euro. «Mia figlia», ha spiegato Antonietta Paris, «come è capitato anche a tanti altri dipendenti della Santa Maria, «era una ragazza solare, positiva, ottimista. Ora sta perdendo la voglia di reagire. Per molte persone non è solo una questione economica, è anche un dramma psicologico. Per questo quando Angelini si è messo a ridere davanti a me e agli altri lavoratori disperati sono andata su tutte le furie e non ci ho visto più. Con la sua linea di immobilismo», ha aggiunto, «ha preso in ostaggio 1.600 persone».
E’ lei la donna che ha dato del «buffone» al re delle cliniche accusandolo dei guai dei dipendenti della struttura sanitaria avezzanese, senza stipendio da sette mesi. Ancora senza voce a causa della disputa a suon di grida con Angelini, è pronta a confermare tutte le critiche mosse nei suoi confronti.
«Ho urlato con tutta la forza la mia rabbia perché lui è venuto ad Avezzano a prendere in giro le persone», ha dichiarato la donna, di origini celanesi, madre di una dipendente della clinica, «perché un imprenditore, quando non può più pagare i propri dipendenti, qualunque siano le cause, getta la spugna e dichiara fallimento, lasciando il posto a chi può andare avanti. Invece per lui questa ipotesi non è percorribile e tutto ciò avviene sulle spalle dei lavoratori. Quando mi ha inseguita», ha raccontato, «di certo non ho avuto paura. Anzi, avrei desiderato che anche gli altri manifestanti avessero aderito alla mia dura protesta, in modo che si fosse reso conto che i marsicani non si fanno mettere i piedi intesta. Invece sono stata zittita e si è scelta la linea della condivisione piuttosto che quella della critica».
Ha poi raccontato il dramma familiare e personale che sta vivendo sua figlia e gli altri 80 lavoratori della clinica che da sette mesi lavorano e portano avanti l’assistenza ai pazienti senza percepire neanche un euro. «Mia figlia», ha spiegato Antonietta Paris, «come è capitato anche a tanti altri dipendenti della Santa Maria, «era una ragazza solare, positiva, ottimista. Ora sta perdendo la voglia di reagire. Per molte persone non è solo una questione economica, è anche un dramma psicologico. Per questo quando Angelini si è messo a ridere davanti a me e agli altri lavoratori disperati sono andata su tutte le furie e non ci ho visto più. Con la sua linea di immobilismo», ha aggiunto, «ha preso in ostaggio 1.600 persone».