De Cecco raccoglie 12,5 milioni di euro e spinge sull’export

Il pastificio di Fara San Martino chiude l’operazione con Fse-Sace per il lancio di un prestito obbligazionario

ROMA. De Cecco reperisce liquidità a sostegno del proprio piano di sviluppo all’estero grazie all’emisione di un bond da 12,5 milioni di euro.

L’operazione è stata portata a termine, in alternativa al settore bancario, con il Fondo Sviluppo Export (Fse), il nuovo fondo di credito nato su iniziativa di Sace, gruppo assicurativo-finanziario al 100% di Cassa depoisti e prestiti.

In sostanza Fse ha approvato la sottoscrizione di un'obbligazione da 12,5 milioni di euro che sarà emessa dal pastificio di Fara San Martino.

Si tratta della prima operazione del Fondo Sviluppo Export, «creato», si legge in una nota, « con l'obiettivo di sostenere export e internazionalizzazione delle imprese italiane aprendo il mercato nazionale a fonti di finanziamento di medio-lungo termine, aggiuntive al canale bancario».

Ed è proprio il caso di De Cecco. Già attivo in 120 mercati, con l'emissione obbligazionaria, il pastificio abruzzese – fatturato superiore ai 400 milioni (di cui circa il 50% relativo all’export), terzo produttore a livello mondiale di pasta di semola e il primo nel segmento Premium – mira a supportare il piano di sviluppo del brand nei mercati più redditizi per la pasta come Stati Uniti, Giappone, Inghilterra, Germania, Francia e Sud Est Asiatico.

L'iniziativa, osserva Sace, rafforza il processo di sviluppo internazionale realizzato negli anni, in cui De Cecco ha avuto Sace al proprio fianco in altre due operazioni: Sace ha infatti garantito nel 2011 un finanziamento da 16 milioni di euro al pastificio per l'acquisizione di First Pasta, secondo player nel mercato della pasta in Russia; e nel 2014, un finanziamento da 10 milioni di euro per l'acquisto di materie prime, in particolare il grano. Quest’ultima operazione era stata condotta al fianco di Cariparma Crédit Agricole: la linea di credito (interamente erogata da Cariparma Crédit Agricole e garantita da Sace al 50%), era stata finalizzata a coprire i costi per l’acquisto di materia prima per sostenere l’export di pasta e l’efficientamento del ciclo produttivo.

Fondo Sviluppo Export, gestito da Amundi Sgr, ha una disponibilità complessiva di 350 milioni di euro ed è aperto ad imprese con massimo tremila dipendenti di settori quali industria, beni di consumo, healthcare, comunicazione & tecnologie per la comunicazione, infrastrutture e trasporti.

Per Sace De Cecco rappresenta un modello del made in Italy. Ancor più quando le stime sull’export agroalimentare danno una crescita media annua dell’8,9% trainata da mercati emergenti (come il Brasile) e da quelli avanzati europei ed extra europei (Francia e Canada). (a.mo.)

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