Gli inviati di guerra si ritrovano a Francavilla
«Voglio concludere questa manifestazione con un applauso a chi ci aspetta a casa. E che talvolta, come è successo alla signora Russo, purtroppo riceve quelle telefonate che non dovrebbero mai esistere». E’ andata come un crescendo rossiniano la manifestazione di gala del premio Russo. Paolo Di Giannantonio, inviato del Tg1 di origine pescarese, ha chiuso così la serata in memoria di Antonio, il giornalista di Radio Radicale francavillese ucciso a Tbilisi nel 2000.
E’ stato il picco di commozione e di partecipazione da parte di un pubblico numerosissimo che ha completamente riempito la sala di palazzo Sirena a Francavilla.
Poco prima, un’altra vetta è stata raggiunta con il premio speciale al nostro giornale. A ritirare il riconoscimento (si veda l’articolo in basso) con il direttore Luigi Vicinanza anche il collega Giustino Parisse, vicecaporedattore del Centro che nel terremoto del 6 aprile dell’Aquila ha perso entrambi i figli, Domenico e Maria Paola, rispettivamente di 18 e 16 anni, e il papà Domenico.
La manifestazione è iniziata ieri alle 18 con la consegna del premio per la sezione Fotografia a Francesco Cito. «Perché uno come te rischia la vita 300 volte all’anno?», gli ha chiesto Di Giannantonio che da giornalista ha subito specificato che avrebbe portato avanti una conduzione un po’ sui generis, poco da presentatore e molto da collega. «Perché andare sul posto è una cosa completamente diversa, quando si tratta di teatri di guerra. Ma una cosa che non riuscirò mai a rappresentare con le mie foto è l’odore, che si trova in quei posti, il puzzo della morte, che non puoi scrollarti di dosso».
La sezione Internet è stata vinta da Francesco De Leo. Subito dopo una pausa per dare spazio a Eugenio Finardi che ha eseguito tre brani dal suo repertorio. Ha concluso con una canzone di tanti anni fa, «La radio», un testo che parla di libertà di comunicare. E subito dopo è stata la volta della sezione Radio, vinta da Emanuele Giordana.
Poi il premio speciale a Italo Toni, e a Graziella De Palo, ritirato da Aldo Toni, fratello di Italo, e dalla mamma di Graziella De Palo. I due giornalisti scomparvero nel nulla 29 anni fa, mentre lavoravano a delle inchieste sul Libano e da allora non si è più avuta di loro nessuna notizia, anche perché sulla vicenda è stato posto il segreto di Stato. «Per conto mio», ha detto la madre di Graziella De Palo parlando del premio, «questo è come un fiore che avrei voluto portare sulla tomba di chi non c’è più».
Pino Buongiorno, altro pescarese, è stato premiato per la sezione carta stampata. Il vicedirettore di Panorama ha ricevuto il premio mentre non è arrivato a Francavilla Guido Rampoldi, inviato di Repubblica. Ancora uno spazio dedicato allo spettacolo, con un passo del monologo «Stupido Risiko» di Mario Spallino.
Poi il premio speciale alla testata, il Centro (si veda riquadro) che ha praticamente concluso la serata in quanto l’ultima statuetta (una rivisitazione della Guernica di Picasso fatta dall’orafo Italo Lupo) era per il giornalista del Tg1 Duilio Giammaria che non è potuto essere presente. Ha ritirato il premio per lui Gabriella Simoni.
«Noi inviati», ha concluso con autoironia Paolo Di Giannantonio, «siamo un po’ stronzi perché pensiamo di essere migliori degli altri. Diciamo che andiamo dove gli altri non vogliono andare. Ma noi vogliamo stare solo dalla parte di dove succedono i fatti, come ha fatto Antonio Russo e come hanno fatto tanti nostri colleghi, anche a rischio della vita».
E’ stato il picco di commozione e di partecipazione da parte di un pubblico numerosissimo che ha completamente riempito la sala di palazzo Sirena a Francavilla.
Poco prima, un’altra vetta è stata raggiunta con il premio speciale al nostro giornale. A ritirare il riconoscimento (si veda l’articolo in basso) con il direttore Luigi Vicinanza anche il collega Giustino Parisse, vicecaporedattore del Centro che nel terremoto del 6 aprile dell’Aquila ha perso entrambi i figli, Domenico e Maria Paola, rispettivamente di 18 e 16 anni, e il papà Domenico.
La manifestazione è iniziata ieri alle 18 con la consegna del premio per la sezione Fotografia a Francesco Cito. «Perché uno come te rischia la vita 300 volte all’anno?», gli ha chiesto Di Giannantonio che da giornalista ha subito specificato che avrebbe portato avanti una conduzione un po’ sui generis, poco da presentatore e molto da collega. «Perché andare sul posto è una cosa completamente diversa, quando si tratta di teatri di guerra. Ma una cosa che non riuscirò mai a rappresentare con le mie foto è l’odore, che si trova in quei posti, il puzzo della morte, che non puoi scrollarti di dosso».
La sezione Internet è stata vinta da Francesco De Leo. Subito dopo una pausa per dare spazio a Eugenio Finardi che ha eseguito tre brani dal suo repertorio. Ha concluso con una canzone di tanti anni fa, «La radio», un testo che parla di libertà di comunicare. E subito dopo è stata la volta della sezione Radio, vinta da Emanuele Giordana.
Poi il premio speciale a Italo Toni, e a Graziella De Palo, ritirato da Aldo Toni, fratello di Italo, e dalla mamma di Graziella De Palo. I due giornalisti scomparvero nel nulla 29 anni fa, mentre lavoravano a delle inchieste sul Libano e da allora non si è più avuta di loro nessuna notizia, anche perché sulla vicenda è stato posto il segreto di Stato. «Per conto mio», ha detto la madre di Graziella De Palo parlando del premio, «questo è come un fiore che avrei voluto portare sulla tomba di chi non c’è più».
Pino Buongiorno, altro pescarese, è stato premiato per la sezione carta stampata. Il vicedirettore di Panorama ha ricevuto il premio mentre non è arrivato a Francavilla Guido Rampoldi, inviato di Repubblica. Ancora uno spazio dedicato allo spettacolo, con un passo del monologo «Stupido Risiko» di Mario Spallino.
Poi il premio speciale alla testata, il Centro (si veda riquadro) che ha praticamente concluso la serata in quanto l’ultima statuetta (una rivisitazione della Guernica di Picasso fatta dall’orafo Italo Lupo) era per il giornalista del Tg1 Duilio Giammaria che non è potuto essere presente. Ha ritirato il premio per lui Gabriella Simoni.
«Noi inviati», ha concluso con autoironia Paolo Di Giannantonio, «siamo un po’ stronzi perché pensiamo di essere migliori degli altri. Diciamo che andiamo dove gli altri non vogliono andare. Ma noi vogliamo stare solo dalla parte di dove succedono i fatti, come ha fatto Antonio Russo e come hanno fatto tanti nostri colleghi, anche a rischio della vita».