La Finocchiaro boccia i nastri hard di Del Turco

Le critiche della senatrice Pd. Piccone: solidarietà all'ex presidente

PESCARA. «Trovo criticabile che nel corso di un pubblico dibattimento il pm d'udienza abbia dato lettura di intercettazioni telefoniche riguardanti fatti estranei ai capi di imputazione e dunque alle accuse formalizzate nei confronti dell'ex presidente della Regione Abruzzo, Ottaviano Del Turco».

Lo dice Anna Finocchiaro, presidente del gruppo Pd del Senato che così interviene nella polemica sul processo di Sanitopoli, che cade nel vivo della battaglia contro la «legge bavaglio» sull'uso delle intercettazioni.

«La necessità adottata dal pm di illustrare così la personalità dell'imputato», aggiunge la senatrice del Partito democartico, ex magistrato, «a mio avviso non può comportare l'utilizzazione di conversazioni attinenti alla vita privata dello stesso, chiunque esso sia, con una mortificazione della sua dignità non funzionale a raggiungere la prova della colpevolezza rispetto ai fatti contestati».

Solidarietà a Del Turco è giunta, ieri, anche dal campo del centrodestra, dal senatore abruzzese Filippo Piccone, coordinatore regionale del Pdl.

«Ciò che è accaduto nel corso dell'udienza nei confronti di Ottaviano Del Turco», dice Piccone, «dimostra quanto sia drammaticamente attuale l'esigenza di riequilibrare le prerogative della giustizia e dell'informazione con il rispetto della persona umana, della sua vita e della sua dignità, che nessuna autorità dello Stato può giungere a violare. La prima a guadagnarne sarebbe proprio la credibilità del sistema giudiziario».

«A Ottaviano Del Turco», conclude il senatore del Popolo della libertà, «la mia solidarietà».
Anche Silvio Paolucci è contrario all'utilizzazione di intercettazioni relative alla vita privata di un indagato, che non abbiano un rilievo penale.

«Ci sono due ordini di considerazioni che meritano di essere fatte su questa vicenda», esordisce il segretario regionale abruzzese del Partito democratico. «La prima è questa. L'utilizzazione di intercettazioni di questo tipo indebolisce il lavoro che il Pd sta facendo con forza contro la "legge bavaglio", che toglie poteri di controllo alla stampa, ai cittadini e alle istituzioni deputate ad esercitare questo controllo, come la stessa magistratura. L'utilizzo di questo tipo di intercettazioni è un grande favore reso alla destra che, invece, quella legge vuole approvare».

«La seconda considerazione è questa», prosegue Paolucci. «Trovo singolare la richiesta di deporre fatta al presidente Chiodi. Da un lato, perché lui stesso, Chiodi, è un prodotto politico dell'inchiesta giudiziaria, essendo stato eletto in seguito proprio all'inchiesta che ha decapitato la giunta regionale. Dall'altro, quella deposizione rischia di far scivolare su un piano politico la stessa inchiesta, perché Chiodi rilascia dichiarazioni politiche con contenuti politici».

«Quanto poi al merito», aggiunge il segretario del Pd, «ricordo che la storia del deficit della sanità abruzzese è scritta nel documento di programmazione economica e finanziaria che lo stesso centrodestra ha approvato nel dicembre scorso. Tutto ciò che loro hanno fatto in termini di riduzione della spesa lo hanno fatto in quanto le leggi che glielo hanno consentito le ha fatte il centrosinistra. Lo attendo al varco, il presidente Chiodi, perché voglio vedere se i tagli di mille posti-letto previsti nel piano operativo non riguarderanno davvero tutti il pubblico».

«Come Pd», conclude Paolucci, «il punto sta nel guardare avanti su tutti i lati. A partire dalle regionali del 2008, gli appuntamenti elettorali in Abruzzo hanno visto vincere soprattutto il centrodestra a causa soprattutto delle numerose inchieste aperte».

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