«Masci? Non firmerò la nomina»
Paolini attacca Roselli: «Così crea nuovi sprechi»
PESCARA. «Non firmerò nessuna nomina. La decisione del presidente del consiglio regionale, Roselli di dare il via libera a Bruno Di Masci nel Cda dell'Agenzia per il turismo è, a dire poco, incomprensibile». Enrico Paolini, assessore al turismo e vice presidente della giunta, non intende far finta di nulla. La nomina fatta da Roselli al termine del Consiglio regionale, sospeso per mancanza del numero legale, è «doppiamente scorretta». Per il metodo, dice Paolini, perchè per l'Aptr è in atto un riforma passata in giunta che prevede tagli di compensi e posti, ma che non trova l'ok del Consiglio; «sul piano politico, invece, non sono stato nemmeno avvisato della scelta».
Al quinto piano del palazzo della Regione in viale Bovio, Paolini è un fiume in piena. Rivela sospetti e formula critiche. Teme che dietro i rinvii del Consiglio e le scelte di Roselli,, ci sia un partito ostile alla riforma taglia sprechi. Uno schieramento che predica i tagli ma sceglie la comoda via degli sperperi. «Sono contro la nomina di Di Masci non per questioni personali», spiega Paolini, «la contesto perchè riporta a sette i membri del Cda, che, invece, si intendeva ridurre a cinque, avendo come obiettivo la diminuzione dei costi della politica. Ora si tornerà al settimo componente e alle vecchie tariffe: al presidente 6.755 euro mensili di stipendio anzichè i 3.042 conseguenti alla riforma». La questione finanziaria preme in particolare a Paolini. «Non ci sto», sottolinea, «ad indicare un presidente ai vecchi prezzi. Non ho nessuno da proporre, nè compari nè amici. La mia posizione è per la riforma della politica».
A conti fatti, secondo le scelte concertate e volute dapprima da tutti, l'Aptr con la riforma, avrebbe fruttato alle casse della Regione un risparmio di 162 mila euro l'anno, ossia del 49% rispetto a quanto costa oggi l'ente per la promozione del turismo in Abruzzo.
Altro capitolo è quello politico. In Aula lo sfaldamento della maggioranza di centrosinistra è stato palese, tanto che tra gli assenti c'erano molti esponenti dell'Unione, tuttavia anche l'opposizione, che nella commissione presieduta da Augusto Di Stanislao si era dichiarata favorevole alla riforma taglia spese, in Aula ha creato i presupposti per farla saltare e rimarcare l'inconsistenza numerica della maggioranza. Paolini ha ripercorso le ultime vicende dell'Aptr per trarne una morale politica.
«E' molto curioso», dice, «che il Consiglio abbia preferito respingere una riforma concertata e voluta all'unanimità dagli operatori economici e dai rappresentanti della cabina di regia. Se si volevano apportare delle modifiche al testo sarebbe stato più giusto aprire il dibattito». L'assessore al turismo, ha rivelato di aver informato a Bruxelles il presidente della giunta Ottaviano Del Turco di quanto è accaduto, «non ho dubbi di un suo intervento», ha confidato Paolini che si è augurato che quanto accaduto «sia solo un incidente. Il 10 luglio ci sarà un consiglio regionale, allora mi auguro che la riforma sia approvata».
Al quinto piano del palazzo della Regione in viale Bovio, Paolini è un fiume in piena. Rivela sospetti e formula critiche. Teme che dietro i rinvii del Consiglio e le scelte di Roselli,, ci sia un partito ostile alla riforma taglia sprechi. Uno schieramento che predica i tagli ma sceglie la comoda via degli sperperi. «Sono contro la nomina di Di Masci non per questioni personali», spiega Paolini, «la contesto perchè riporta a sette i membri del Cda, che, invece, si intendeva ridurre a cinque, avendo come obiettivo la diminuzione dei costi della politica. Ora si tornerà al settimo componente e alle vecchie tariffe: al presidente 6.755 euro mensili di stipendio anzichè i 3.042 conseguenti alla riforma». La questione finanziaria preme in particolare a Paolini. «Non ci sto», sottolinea, «ad indicare un presidente ai vecchi prezzi. Non ho nessuno da proporre, nè compari nè amici. La mia posizione è per la riforma della politica».
A conti fatti, secondo le scelte concertate e volute dapprima da tutti, l'Aptr con la riforma, avrebbe fruttato alle casse della Regione un risparmio di 162 mila euro l'anno, ossia del 49% rispetto a quanto costa oggi l'ente per la promozione del turismo in Abruzzo.
Altro capitolo è quello politico. In Aula lo sfaldamento della maggioranza di centrosinistra è stato palese, tanto che tra gli assenti c'erano molti esponenti dell'Unione, tuttavia anche l'opposizione, che nella commissione presieduta da Augusto Di Stanislao si era dichiarata favorevole alla riforma taglia spese, in Aula ha creato i presupposti per farla saltare e rimarcare l'inconsistenza numerica della maggioranza. Paolini ha ripercorso le ultime vicende dell'Aptr per trarne una morale politica.
«E' molto curioso», dice, «che il Consiglio abbia preferito respingere una riforma concertata e voluta all'unanimità dagli operatori economici e dai rappresentanti della cabina di regia. Se si volevano apportare delle modifiche al testo sarebbe stato più giusto aprire il dibattito». L'assessore al turismo, ha rivelato di aver informato a Bruxelles il presidente della giunta Ottaviano Del Turco di quanto è accaduto, «non ho dubbi di un suo intervento», ha confidato Paolini che si è augurato che quanto accaduto «sia solo un incidente. Il 10 luglio ci sarà un consiglio regionale, allora mi auguro che la riforma sia approvata».