Muro contro muro sui commissari
Sanità, Venturoni: via i manager di 4 Asl. L’opposizione fa ostruzionismo.
L’AQUILA. «Siamo tornati all’ostruzionismo». Nazario Pagano si agita impercettibilmente sullo scranno di presidente. Poi rimprovera un irruente Cesare D’Alessandro («Consigliere cerchi di essere educato»), quindi manda un avviso a tutti gli altri: «Questa notte faremo le ore piccole, preparate acqua e panini». La prima seduta del consiglio regionale dopo le vacanze finirà a notte fonda. Mentre scriviamo i consiglieri stanno votando uno a uno, a scrutinio segreto (su richiesta della minoranza), i quasi 120 emendamenti al primo provvedimento presentato dalla maggioranza: una modifica al Piano sanitario che accelera il taglio di due Asl e congeda quattro dei sei direttori generali in carica.
La proposta, firmata da tre esponenti della maggioranza tra cui l’assessore alla sanità Lanfranco Venturoni, prevede la nomina entro il 30 settembre di quattro commissari straordinari nelle Asl di Chieti, Lanciano-Vasto, Avezzano-Sulmona e L’Aquila e la decadenza automatica dall’incarico dei quattro direttori generali a partire dal 1º ottobre.
Il compito dei commissari sarà quello di preparare il varo, entro il 31 dicembre, delle Asl1 e Asl2 che corrisponderanno ai territori delle province di Chieti e L’Aquila. Con i manager decadranno anche i direttori amministrativi e i direttori sanitari.
Non si tratta di una «sveltina», ha precisato l’assessore Venturoni, ma «dell’adeguamento di una legge approvata dalla precedente giunta di centrosinistra, una norma prevista dall’accordo governo-regione per il rientro dal deficit della sanità». Si tratta dunque di un processo già indicato dal piano sanitario, «noi ci limitiamo a identificare i manager che devono fare quel percorso», ha spiegato Venturoni. Per l’assessore alla Sanità la legge approvata nella passata legislatura poteva aprire, per com’era scritta, la strada a contenziosi, perché dava alla giunta regionale il compito di indicare genericamente i «direttori generali cui affidare la gestione del passaggio al nuovo assetto aziendale». Venturoni e gli altri firmatari sostituiscono la definizione di “direttori generali” con quella di “commissari” e indicano i tempi della transizione. I commissari saranno dirigenti regionali oppure verrano pescati dall’elenco degli aspiranti manager che hanno risposto al bando della Regione.
Secondo la minoranza il percorso scelto da Venturoni è tutt’altro che privo di rischi. Per il capogruppo del Pd Camillo D’Alessandro si tratta di un «atto illegittimo in contrasto con la legislazione nazionale». Per il Pd Giovanni D’Amico e una iniziativa «irrituale» con cui l’assessore «scavalca la struttura di riferimento». Per il capogruppo di Rifondazione comunista Maurizio Acerbo è una «norma intrusa» che va contro l’orientamento di altre Regioni dove «si stanno studiando norme per sottrarre all’ambito politico le nomine di manager e dirigenti regionali».
L’Udc Antonio Menna ha consigliato a Venturoni di pensare prima al riordino degli ospedali e poi ai manager, e ha invitato la maggioranza a lavorare per sostituire il commissario governativo Gino Redigolo con Chiodi.
Venturoni ha replicato precisando che la norma «specifica ciò che è già scritto. Non approvare questo provvedimento vuol dire andare contro il piano di rientro».
La proposta, firmata da tre esponenti della maggioranza tra cui l’assessore alla sanità Lanfranco Venturoni, prevede la nomina entro il 30 settembre di quattro commissari straordinari nelle Asl di Chieti, Lanciano-Vasto, Avezzano-Sulmona e L’Aquila e la decadenza automatica dall’incarico dei quattro direttori generali a partire dal 1º ottobre.
Il compito dei commissari sarà quello di preparare il varo, entro il 31 dicembre, delle Asl1 e Asl2 che corrisponderanno ai territori delle province di Chieti e L’Aquila. Con i manager decadranno anche i direttori amministrativi e i direttori sanitari.
Non si tratta di una «sveltina», ha precisato l’assessore Venturoni, ma «dell’adeguamento di una legge approvata dalla precedente giunta di centrosinistra, una norma prevista dall’accordo governo-regione per il rientro dal deficit della sanità». Si tratta dunque di un processo già indicato dal piano sanitario, «noi ci limitiamo a identificare i manager che devono fare quel percorso», ha spiegato Venturoni. Per l’assessore alla Sanità la legge approvata nella passata legislatura poteva aprire, per com’era scritta, la strada a contenziosi, perché dava alla giunta regionale il compito di indicare genericamente i «direttori generali cui affidare la gestione del passaggio al nuovo assetto aziendale». Venturoni e gli altri firmatari sostituiscono la definizione di “direttori generali” con quella di “commissari” e indicano i tempi della transizione. I commissari saranno dirigenti regionali oppure verrano pescati dall’elenco degli aspiranti manager che hanno risposto al bando della Regione.
Secondo la minoranza il percorso scelto da Venturoni è tutt’altro che privo di rischi. Per il capogruppo del Pd Camillo D’Alessandro si tratta di un «atto illegittimo in contrasto con la legislazione nazionale». Per il Pd Giovanni D’Amico e una iniziativa «irrituale» con cui l’assessore «scavalca la struttura di riferimento». Per il capogruppo di Rifondazione comunista Maurizio Acerbo è una «norma intrusa» che va contro l’orientamento di altre Regioni dove «si stanno studiando norme per sottrarre all’ambito politico le nomine di manager e dirigenti regionali».
L’Udc Antonio Menna ha consigliato a Venturoni di pensare prima al riordino degli ospedali e poi ai manager, e ha invitato la maggioranza a lavorare per sostituire il commissario governativo Gino Redigolo con Chiodi.
Venturoni ha replicato precisando che la norma «specifica ciò che è già scritto. Non approvare questo provvedimento vuol dire andare contro il piano di rientro».