«Pdl, no ai litigi di periferia»

Quagliariello: la nuova classe dirigente si misuri sui problemi.

PESCARA. «Battezzo questa nuova classe dirigente del Pdl abruzzese che sta affrontando i problemi per il buon governo della Regione e degli enti locali. Questa classe dirigente deve però decidere se stare al centro dei problemi o disperdersi in polemiche periferiche».

Questa la riflessione di Gaetano Quagliariello, vice presidente dei senatori del Pdl prima entrare nella sala conferenza del museo Vittoria Colonna. Quagliariello si sofferma con lo sguardo su alcuni dipinti e racconta del perchè è nata l’iniziativa: «Pdl Abruzzo: il popolo, il partito, la classe dirigente», che ieri ha chiamato a raccolta il popolo del centrodestra. «Sono sicuro», dice, «che questa classe dirigente nuova e capace farà un buon lavoro nell’interesse del popolo abruzzese». Invocato dai coordinatori e senatori Filippo Piccone e Fabrizio Di Stefano come colui che «ci ha preso per mano, ci ha accompagnato alla vittoria superando litigiosità e divisioni», Quagliariello entra in sala tra un’ovazione. L’introduzione di Piccone galvanizzata il pubblico che tributa applausi.

Parla il senatore Andrea Pastore che rivendica al Pdl abruzzese «di essere con il suo 44% il primo partito in Italia». C’è il presidente del Consiglio regionale Nazario Pagano, che ricorda l’impegno di coesione dei consiglieri nel «fare buone leggi». Il presidente della provincia di Pescara Guerino Testa, ringrazia tutti da Berlusconi a Pastore per aver puntato sui giovani e annuncia un Pdl pronto a «fare scelte impopolari». Il consigliere Lorenzo Sospiri, puntualizza: «il partito è unito. Il partito è sacro». In platea, tranne il sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia e gli onorevoli Sabatino Aracu, Maurizo Scelli e Carla Castellani, ci sono tutti.

Gli assessori regionali: Venturoni, Gatti, Masci, Federica Carpinetra, Alfredo Castiglione, i consiglieri regionali Riccardo e Federica Chiavaroli, Antonio Prospero, Gianfranco Giuliante, Giuseppe Tagliente, Sospiri. Ci sono gli onorevoli Giovanni Dell’Elce e Paola Pelino e il senatore Paolo Tancredi il sindaco di Lanciano Paolini e quello di Teramo Brucchi. Spunta l’ex assessore Mario Amicone e dall’Aquila arrivano l’ex senatore Lombardi e l’ex sindaco Tempesta. Castiglione fa presente che «le Fondazioni vanno fatte perchè aumentano il dibattito interno». Un dirigente Lino Galante riferisce «nei paesi si vede poco centrodestra e molto centrosinistra, stiamo attenti». Due dissertazioni impegnano Di Stefano, «sul popolo sovrano» e Piccone, «sul partito che cresce sui i veri valori: famiglia e lavoro». Il presidente della giunta, Gianni Chiodi annuncia sfide. «Governiamo con serietà, lo dimostrano le riforme in atto. Ma per vincere le sfide serve unità».

Poi se la prende con i giornali rispolverando un vecchio cavallo di battaglia: «hanno relegato a pagina 17 i sei miliardi che il governo ha dato all’Abruzzo». Chiodi è certo che «c’è una nuova classe dirigente che lavora bene». Quagliariello dopo aver preso appunti si dice soddisfatto del Pdl abruzzese. Ma pone un monito. «Dobbiamo essere classe dirigente. Capisco la voglia di partecipazione ma dobbiamo essere uniti. Sono qui con voi per fare il punto della situazione, per vedere cosa è stato fatto e cosa c’è da fare in Abruzzo». Le parole d’ordine di Quagliariello sono quelle che hanno portato alla vittoria il centrodestra in Abruzzo: rinnovamento, capacità e coesione nel partito. Prima del dibattito, alla domanda: se nella contestata nomina di Giuliano Grossi, dirigente Pdl a Difensore civico regionale, sia prevalsa la fedeltà di partito o le capacità; Quagliariello assume un’aria pensosa.

«Non entro nel caso», sospira, «ma se ci sono curriculum che dimostrano che c’erano persone più capaci allora è stato fatto uno sbaglio. Ma dico con fermezza che non possiamo escludere chi ha una storia di militanza di partito, perchè è ingiusto. Va premiato il merito ma anche la passione politica e civile». Alle 19,30 l’assemblea ha un sussulto e si conclude in modo roccambolesco a causa anche del temporale che fa precipitare una parte del solaio facendo cadere nella sala dell’atrio del museo una cascata di acqua e vetri. Nessun ferito, quasi un miracolo, ma tutti fuori sferzati dal freddo e dalla pioggia.