La raccolta di aiuti a L'Aquila (foto di Raniero Pizzi)

GUERRA

Profughi, l'Abruzzo sceglie di ospitarli negli hotel

Le linee del piano d'accoglienza decise nella riunione dell'Unità di crisi convocata dalla Regione

PESCARA. La Regione ha deciso: gli ucraini in fuga dalla guerra saranno ospitati anche e soprattutto negli alberghi. Il primo passo sarà quello di chiedere la disponibilità agli operatori tramite un avviso pubblico, previsto per le prossime ore. In sostanza viene adottata la stessa linea seguita per accogliere gli sfollati del terremoto dell'Aquila.

La riunione sul piano di accoglienza

Nel frattempo, per fronteggiare la prima ondata degli ucraini in arrivo, vengono utilizzati i centri di accoglienza Cas e Sai. Nessun campo con le tende, nemmeno all’interporto di Avezzano, che continua ad avere un ruolo di polo di stoccaggio di mezzi e aiuti da inviare in Ucraina e nei paesi europei al suo confine. Da domani il palazzo Fuksas di Pescara viene destinato esclusivamente a “Hub di accoglienza” per i profughi ucraini, che con la cooperazione tra Prefettura, Comune, Questura, Protezione Civile, Asl e Caritas, riceveranno le attività di prima assistenza, sanitaria e non solo, con l’effettuazione di tamponi entro le 48 ore dall’arrivo. Tutte le vaccinazioni già prenotate o da effettuarsi presso il Palazzo Fuksas di Pescara verranno effettuate presso il centro vaccinale di Pescara Porta Nuova, che da domani torna ad essere aperto mattina e pomeriggio, dalle 9 alle 14 e dalle 15 alle 19, dal lunedì al sabato compreso. Da definire, invece, il ruolo che possono avere gli alloggi messi a disposizione dai cittadini, almeno 120 tra stanze, appartamenti liberi e seconde case. Del resto è ancora totale incertezza sulle reali dimensioni dell’ondata in arrivo.

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L’ufficialità del piano regionale di accoglienza arriva dall’Unità di crisi convocata dal governatore e commissario alla gestione dell’emergenza profughi Marco Marsilio. Presenti i prefetti, responsabili della Protezione civile, rappresentanti dei sindaci abruzzesi, delle forze dell'ordine e i vertici sanitari regionali e delle Asl. Questi ultimi perché l’emergenza della guerra in Ucraina si incontra con la pandemia Covid ancora in corso.

"L’Abruzzo è pronto ed accogliente", dice Marsilio. "Ancora una volta abbiamo di fronte una grande sfida. Siamo chiamati a gestire la fase dell’arrivo dei cittadini ucraini, una dura prova che stiamo cercando di affrontare nel migliore dei modi, mobilitandoci sul fronte dell’assistenza sanitaria oltre a garantire alloggiamento e spostamento logistico. Del resto, nessuno è in grado di prevedere la fine di questa emergenza. Oggi abbiamo riunito tutti gli attori istituzionali. Il direttore della Protezioe civile Casinghini, come soggetto attuatore opererà sempre in stretto coordinamento con le prefetture. Sono stati individuati otto punti filtro che faranno capo agli hub vaccinali già esistenti e strutturati: Avezzano, Sulmona, L’Aquila, Chieti, Lanciano, Pescara, Teramo con possibilità di aprire anche a Roseto. Qui cercheremo di indirizzare tutti coloro che arriveranno e coloro che, già da alcuni giorni, hanno raggiunto parenti ed amici in Abruzzo, quella comunità ucraina già integrata sul territorio. La loro presenza dovrà essere segnalata. Subito dopo saranno indirizzati verso queste strutture dove saranno invitati a vaccinarsi e dove, attraverso un tampone antigenico, verrà verificata la loro condizione di salute dal momento che si tratta di una popolazione con una percentuale molto bassa di vaccinazioni. Si prevede un afflusso importante: si stima arrivino centinaia di migliaia di profughi. Nella ipotesi peggiore si potrebbe arrivare a più di 10mila in tutto l’Abruzzo, se la guerra dovesse andare avanti. Speriamo che questa tendenza si possa invertire ma dobbiamo essere pronti a tutto”.

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