«Sanità, chiederò 50 milioni in più»
Redigolo: all’Abruzzo servono più fondi, ma la Regione riorganizzi la rete ospedaliera.
PESCARA. «Chiederò al ministero dell’Economia per l’Abruzzo un ulteriore fondo di 50 milioni. Incentivo che aiuti la sanità ad uscire dall’emergenza post terremoto. Questi soldi però non basteranno se nel 2010 non si metterà mano al piano di riordino della rete ospedaliera».
La richiesta di un maggior sostegno economico all’Abruzzo arriva dal Commissario di governo Gino Redigolo, una proposta concertata con il presidente della giunta regionale Gianni Chiodi e l’assessore alla sanità Lanfranco Venturoni. Toccherà però a Redigolo sostenerla davanti ai funzionari del ministero dell’Economia che assieme a quelli del Welfare vegliano sui conti dell’Abruzzo. Redigolo però è chiaro: i soldi non basteranno mai se non si riorganizzano gli ospedali e i servizi di riabilitazione.
«Un fondo di 50 milioni nel 2010 che si aggiungono ai 40 assegnati in più nel 2009 dovrebbero bastare per portarci fuori i problemi avuti con il terremoto», osserva il commissario di Governo che non comunque non è incline a concedere altro tempo alla giunta regionale. All’ordine del giorno e tra le priorità Redigolo pone quei «tagli pesanti» che vengono di volta in volta rinviati e che creeranno tensioni sociali. Per il Commissario, inoltre, servono tagli in tutti quei settori «dove i livelli di spesa superano la media nazionale».
L’obiettivo è il riequilibrio dei conti della sanità che deve esserci nel 2010, anno tra l’altro in cui scade il suo mandato. «Se il sistema va in equilibrio non c’è nessun problema», dice, «ma le ristrutturanzioni importanti devono ancora essere fatte: revisione della rete ospedaliera, servizi di riabilitazione e psichiatrici. E’ necessario razionalizzare la sanità abruzzese perchè il sistema deve lavorare in equilibrio: tanto arriva dal fondo nazionale e tanto bisogna spendere».
Sul nuovo buco di 60 milioni che le Asl dovranno affrontare quando andranno a tirare le somme per i mancati introiti della mobilità attiva, ossia i soldi di quei pazienti di altre regioni che non sono venuti in Abruzzo a curarsi, Redigolo parla di un problema «fisiologico».
«Sono mancati quei ricoveri extra regionali che in particolare riusciva ad attrarre la Asl dell’Aquila. Anche per questo motivo chiederò un fondo aggiuntivo, ma si tratta di una richiesta. Non è affatto scontato che il Governo ci dia altri soldi», puntualizza il Commissario. Nei prossimi giorni Redigolo sarà a Roma con i conti della sanità abruzzese, dovrà sottoporli all’attenzione dei tecnici che controlano se l’Abruzzo sta faccendo ancora debiti oppure se riesce a rientrare tra le regioni virtuose. Redigolo fa un distinguo: «una cosa sono i conti pregressi, sui quali gli abruzzesi pagano tasse e tributi e una rata allo Stato di 98 milioni l’anno», spiega, «altra cosa è il Piano di rientro che è a buon punto, certo con un terremoto di mezzo non credo che sia facile centrare gli obiettivi. Il sisma ha allentato quei processi di riorganizzazione, ma non possiamo non rivedere quei settori che rischiano di produrre solo deficit».
La richiesta di un maggior sostegno economico all’Abruzzo arriva dal Commissario di governo Gino Redigolo, una proposta concertata con il presidente della giunta regionale Gianni Chiodi e l’assessore alla sanità Lanfranco Venturoni. Toccherà però a Redigolo sostenerla davanti ai funzionari del ministero dell’Economia che assieme a quelli del Welfare vegliano sui conti dell’Abruzzo. Redigolo però è chiaro: i soldi non basteranno mai se non si riorganizzano gli ospedali e i servizi di riabilitazione.
«Un fondo di 50 milioni nel 2010 che si aggiungono ai 40 assegnati in più nel 2009 dovrebbero bastare per portarci fuori i problemi avuti con il terremoto», osserva il commissario di Governo che non comunque non è incline a concedere altro tempo alla giunta regionale. All’ordine del giorno e tra le priorità Redigolo pone quei «tagli pesanti» che vengono di volta in volta rinviati e che creeranno tensioni sociali. Per il Commissario, inoltre, servono tagli in tutti quei settori «dove i livelli di spesa superano la media nazionale».
L’obiettivo è il riequilibrio dei conti della sanità che deve esserci nel 2010, anno tra l’altro in cui scade il suo mandato. «Se il sistema va in equilibrio non c’è nessun problema», dice, «ma le ristrutturanzioni importanti devono ancora essere fatte: revisione della rete ospedaliera, servizi di riabilitazione e psichiatrici. E’ necessario razionalizzare la sanità abruzzese perchè il sistema deve lavorare in equilibrio: tanto arriva dal fondo nazionale e tanto bisogna spendere».
Sul nuovo buco di 60 milioni che le Asl dovranno affrontare quando andranno a tirare le somme per i mancati introiti della mobilità attiva, ossia i soldi di quei pazienti di altre regioni che non sono venuti in Abruzzo a curarsi, Redigolo parla di un problema «fisiologico».
«Sono mancati quei ricoveri extra regionali che in particolare riusciva ad attrarre la Asl dell’Aquila. Anche per questo motivo chiederò un fondo aggiuntivo, ma si tratta di una richiesta. Non è affatto scontato che il Governo ci dia altri soldi», puntualizza il Commissario. Nei prossimi giorni Redigolo sarà a Roma con i conti della sanità abruzzese, dovrà sottoporli all’attenzione dei tecnici che controlano se l’Abruzzo sta faccendo ancora debiti oppure se riesce a rientrare tra le regioni virtuose. Redigolo fa un distinguo: «una cosa sono i conti pregressi, sui quali gli abruzzesi pagano tasse e tributi e una rata allo Stato di 98 milioni l’anno», spiega, «altra cosa è il Piano di rientro che è a buon punto, certo con un terremoto di mezzo non credo che sia facile centrare gli obiettivi. Il sisma ha allentato quei processi di riorganizzazione, ma non possiamo non rivedere quei settori che rischiano di produrre solo deficit».