Sanità, i sindacati: la Baraldi ci consulti
Il Piano per disabili e anziani non piace. Chiodi annuncia investimenti e assunzioni
PESCARA. I sindacati chiedono un incontro urgente al sub commissario Giovanna Baraldi per il piano su cure e assistenza di disabili ed anziani nelle strutture extraospedaliere e che dovrebbe scattare quest'anno. Ritengono il piano disomogeneo e dequalificante nell'assistenza. Tutto questo mentre a Torrevecchia il presidente Gianni Chiodi illustra gli investimenti per gli ospedali.
Dopo la Cisl, è la Cgil a prendere posizione sul documento che la sub commissario alla Sanità ha illustrato nei giorni scorsi nel convegno di Chieti e che ai sindacalisti è parso essere la bozza definitiva di quello che sarà il Piano sulle residenzialità e semiresidenzialità nelle strutture extraospedaliere da convenzionare.
E così come la Cisl, la Cgil chiede alla Baraldi di avviare, prima prossibile, quella fase di confronto che è mancata fino ad oggi malgrado a prevederla sia anche un decreto firmato a gennaio dal presidente-commissario Gianni Chiodi. «A nostro parere», afferma Angela Scottu della Cgil sanità, «il Piano Baraldi fa acqua perché non parte dagli standard assistenziali e organizzativi del personale ma dalla mera necessità di far quadrare i conti economici. In pratica, non si può pensare di scaricare sugli assistiti la qualità dei servizi ai quali va legata la compartecipazione delle spese da parte degli utenti-pazienti».
Ieri era stato Davide Farina della Cisl-sanità a dare un analogo stop al Piano Baraldi così come era stato illustrato dal sub commissario. Farina ha preannunciato in particolare di non essere disposto a sedersi ad un tavolo come semplice certificatore di decisioni già prese altrove. Una questione di metodo oltre che di principio dunque che non va giù neanche alla Cgil.
Il Piano Baraldi stima in 45,5 milioni di euro il valore sociale dell'assistenza extraospedaliera, introduce la compartecipazione della spesa da parte degli utenti fino al 50% delle quote stabilite in funzione del reddito e dà tempo fino al 30 aprile alle aziende di presentare (rinnovare) le richieste di accreditamento dei posti letto dopo l'attuale fase di transizione.
«Lo stesso ministero ha tenuto a precisare che le residenzialità devono andare in sintonia con il Piano della medicina territoriale che invece non è stato ancora varato», aggiunge Angela Scottu, «soprattutto quando, come in Abruzzo, ci troviamo di fronte a gravi situazioni di disomogeneità di assistenza nei territori. Ora, visto e considerato che nella sanità è stato raggiunto il pareggio di bilancio, non esiste più la necessità di stilare un Piano in base ai conti, bensì si deve partire dagli standard dei livelli di assistenza extraospedalieri».
Di offerta, nuovi servizi e investimenti sugli ospedali ha invece parlato ieri il governatore Chiodi in occasione dell'avvio del Master in direzione e management nella sanità.
Facendo riferimento ai 61 milioni di euro di avanzo di amministrazione, Chiodi ha parlato di «una nuova politica di programmazione con investimenti specifici (per una somma vicino ai 100 milioni, vedi i dettagli nell'articolo accanto) in campo sanitario, ma soprattutto l'avvio dei processi di assunzione di personale dopo lo sblocco del turn-over da parte del ministero, possibile solo dopo aver presentato i conti in ordine». Il riferimento è all'adeguamento del personale nel 2011, «con 1.118 tra conferme di precari e nuove assunzioni, per il personale medico, infermieristico e paramedico». (a.mo.)
Dopo la Cisl, è la Cgil a prendere posizione sul documento che la sub commissario alla Sanità ha illustrato nei giorni scorsi nel convegno di Chieti e che ai sindacalisti è parso essere la bozza definitiva di quello che sarà il Piano sulle residenzialità e semiresidenzialità nelle strutture extraospedaliere da convenzionare.
E così come la Cisl, la Cgil chiede alla Baraldi di avviare, prima prossibile, quella fase di confronto che è mancata fino ad oggi malgrado a prevederla sia anche un decreto firmato a gennaio dal presidente-commissario Gianni Chiodi. «A nostro parere», afferma Angela Scottu della Cgil sanità, «il Piano Baraldi fa acqua perché non parte dagli standard assistenziali e organizzativi del personale ma dalla mera necessità di far quadrare i conti economici. In pratica, non si può pensare di scaricare sugli assistiti la qualità dei servizi ai quali va legata la compartecipazione delle spese da parte degli utenti-pazienti».
Ieri era stato Davide Farina della Cisl-sanità a dare un analogo stop al Piano Baraldi così come era stato illustrato dal sub commissario. Farina ha preannunciato in particolare di non essere disposto a sedersi ad un tavolo come semplice certificatore di decisioni già prese altrove. Una questione di metodo oltre che di principio dunque che non va giù neanche alla Cgil.
Il Piano Baraldi stima in 45,5 milioni di euro il valore sociale dell'assistenza extraospedaliera, introduce la compartecipazione della spesa da parte degli utenti fino al 50% delle quote stabilite in funzione del reddito e dà tempo fino al 30 aprile alle aziende di presentare (rinnovare) le richieste di accreditamento dei posti letto dopo l'attuale fase di transizione.
«Lo stesso ministero ha tenuto a precisare che le residenzialità devono andare in sintonia con il Piano della medicina territoriale che invece non è stato ancora varato», aggiunge Angela Scottu, «soprattutto quando, come in Abruzzo, ci troviamo di fronte a gravi situazioni di disomogeneità di assistenza nei territori. Ora, visto e considerato che nella sanità è stato raggiunto il pareggio di bilancio, non esiste più la necessità di stilare un Piano in base ai conti, bensì si deve partire dagli standard dei livelli di assistenza extraospedalieri».
Di offerta, nuovi servizi e investimenti sugli ospedali ha invece parlato ieri il governatore Chiodi in occasione dell'avvio del Master in direzione e management nella sanità.
Facendo riferimento ai 61 milioni di euro di avanzo di amministrazione, Chiodi ha parlato di «una nuova politica di programmazione con investimenti specifici (per una somma vicino ai 100 milioni, vedi i dettagli nell'articolo accanto) in campo sanitario, ma soprattutto l'avvio dei processi di assunzione di personale dopo lo sblocco del turn-over da parte del ministero, possibile solo dopo aver presentato i conti in ordine». Il riferimento è all'adeguamento del personale nel 2011, «con 1.118 tra conferme di precari e nuove assunzioni, per il personale medico, infermieristico e paramedico». (a.mo.)
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