ABRUZZO

Scuola, in 10 anni persi 16.000 studenti

Continua lo spopolamento: per il prossimo anno 913 alunni in meno. Il Teramano in controtendenza, ma solo grazie al numero degli allievi ucraini

Le scuole abruzzesi continuano a spopolarsi. L’Ufficio scolastico regionale ha comunicato ieri alle organizzazioni sindacali gli organici del personale docente per le scuole abruzzesi. Per l’anno scolastico 2023/24 sono previsti 913 alunni in meno (l’anno scorso la perdita era stata di 2.723 alunni).

Questo il dettaglio provinciale: -690 in provincia di Chieti, -135 nell'Aquilano, -292 nel Pescarese, in controtendenza il Teramano con un aumento di 194 studenti. 

"Continua quindi il trend negativo che ha portato, in 10 anni alla perdita di oltre 16.000 studenti nelle scuole pubbliche abruzzesi", dice Pino La Fratta, segretario regionale Flc Cgil. "Un dato che da solo documenta il grave problema della denatalità, dello spopolamento, particolarmente accentuato soprattutto nelle aree interne. L’unico dato in positivo è quello relativo alla provincia di Teramo, ma qui l’aumento degli alunni è dovuto alla presenza di studenti ucraini (circa 280 secondo i dati dell’Usr), accolti nelle scuole e pienamente integrati grazie al grande lavoro di tutta la comunità scolastica. Particolarmente grave la situazione in provincia di Chieti che con una previsione di 690 alunni in meno è quella che paga il tributo più alto in termini di perdita di alunni e, in conseguenza, di organico".

"Nonostante il calo di studenti, grazie anche alle mobilitazioni sindacali, la dotazione organica di diritto dei docenti a livello regionale resta confermata (14.460 posti in organico di diritto e 1274 posti di potenziamento), mentre l’organico del sostegno risulta incrementato di 182 posti, per effetto della legge di bilancio 2021, determinando così una estensione dell’organico di diritto a 3.249 posti. Occorre inoltre rilevare l’enorme sproporzione tra organico di diritto (3249 posti) e deroghe nel sostegno (oltre 3.000 nel 2022/23): solo il 50% dei posti sono stabili sul sostegno, a fronte di una percentuale che a livello nazionale dovrebbe invece attestarsi intorno all’80%. Occorrerebbe consolidare questi posti nell’organico di diritto, per dare risposte ai docenti precari ma soprattutto agli alunni diversamente abili, che si trovano ogni anno a cambiare docente". 

Per Davide Desiati, segretario regionale Cisl Scuola, "la fortissima criticità resta la stabilizzazione dei docenti di sostegno precari. L'incremento concesso dal Ministero all'Abruzzo di soli 211 posti per le assunzioni a tempo indeterminato dei docenti specializzati è di fatto insignificante rispetto alle migliaia di posti annuali in deroga. Ai docenti sul sostegno e agli alunni con handicap bisogna assicurare continuità didattica".