Tasse, aumenti in Abruzzo. Marsilio annuncia: «La manovra si farà. E chi non la sostiene esce dalla maggioranza»

Intervista del presidente della Regione al Centro e a Rete8. Il governatore tira dritto e porta in giunta martedì l’aumento dell’Irpef regionale. Ma in tv svela che abbassa a 1,63% l’aliquota minima: “L’85% degli abruzzesi pagherà di meno”.
PESCARA. Tasse, una manovra di sinistra che non piace al centrosinistra. Così afferma Marco Marsilio dagli studi televisivi di Rete 8. Ma il presidente della Regione avverte gli alleati di Forza Italia e Lega: «Chi martedì non la voterà in giunta, è fuori dalla maggioranza». E perde la pazienza se gli si chiede della “legge mancia”. Poi difende Enrico Melozzi, il musicista “antifascista” che ha ideato La Notte dei Serpenti, e dà la sua ricetta per abbattere le spese della mobilità passiva e la fuga dei pazienti verso Lombardia, Emilia Romagna e Marche. Non solo. Assolve i manager delle Asl, a cominciare dal dg dell’Aquila. E tornando all’argomento del giorno, annuncia in tv che l’aumento dell’Irpef regionale farà diminuire le tasse per i più poveri, gli abruzzesi che hanno un reddito da 0 fino a 28mila euro l’anno. Come? Semplicemente abbassando dall’1,73% all’1,63% l’aliquota minima. Tanto per giocare d’anticipo su Forza Italia ed esclamare che «l’85% dei contribuenti pagherà meno di oggi!». Mentre i ricchi piangono.
NESSUN DISAVANZO “I fatti e le opinioni”, la trasmissione condotta da Carmine Perantuono, direttore di Rete 8, vede l’uno di fronte all’altro, Marco Marsilio e Luca Telese, direttore del Centro. Ma un fuori onda, prima che alle 22,30 di ieri cominci l’ora abbondante d’intervista, sgombera subito il campo da ogni dubbio. «Tiro dritto», dice Marsilio, «martedì porto la delibera in giunta». Nessun ripensamento sull’aumento delle aliquote Irpef per pareggiare i conti in rosso delle Asl. Ma per il presidente: «Non c’è nessun disavanzo della Sanità! Qui parlano i numeri, quelli veri: le Asl chiuderanno i bilanci con qualche migliaio di euro di avanzo». La sua tesi è che non esistono i 200 milioni di debiti causati da una cattiva gestione della sanità e che il segno meno nei conti delle Aziende sanitarie sia stato determinato «da 39 milioni di euro anticipati per le spese del personale, dall’aumento del costo dell’energia, dall’inflazione e da decine di milioni di euro investiti in opera e attrezzature sanitarie. Io non credo alla politica dell’austerità», sottolinea, «soprattutto in tempi di crisi e guerra, dobbiamo proteggere le famiglie. Datemi due anni di tempo e vi riporterò tutti i conti in pareggio».
INDULGENZA PLENARIA Giacca e pantaloni di velluto chiaro a coste, maglioncino bianco a collo alto e scarpe modello Clarks, il governatore impartisce l’indulgenza ai manager delle Asl, in particolare a quello dell’Aquila la cui azienda vanta il disavanzo maggiore. Ma alla domanda di Telese: «I deficit delle Asl non sono tutti uguali…», Marsilio risponde perdonando il dg della città di Celestino V: «La Asl dell’Aquila riceve decine di milioni in meno rispetto a Pescara, Teramo e Chieti. Perché l’Abruzzo viene fregato dai criteri di distribuzione. Ne ho già parlato con il capo del governo, il problema va affrontato a livello nazionale». Quindi fa l’esempio delle Case di Comunità di cui, secondo il criterio nazionale, ne spetta una ogni 50mila abitanti. Così l’intero Abruzzo ne avrà meno della metà di Roma città. Torniamo all’Austerity.
L’ATTACCO È IDEOLOGICO «Se il Pd vuole la politica dell’Austerità deve dirci dove fare i tagli. Noi, per le tasse regionali, applicheremo le stesse aliquote di Toscana ed Emilia Romagna. Ma il Pd attacca l’Abruzzo». Un fatto ideologico, dice in sintesi il governatore, che poi alla domanda sui costi enormi della mobilità passiva, risponde con una frase alla Kubrick.
MECCANISMO PERVERSO Così Marsilio definisce il meccanismo che spinge migliaia di abruzzesi a curarsi nelle cliniche private di altre regioni. «È un meccanismo perverso che deve finire!», rimarca, «la mobilità passiva si può abbattere, ma occorre acquistare prestazioni da strutture convenzionate per evitare sia di pagarle di più e fuori regione sia di costringere i pazienti a viaggiare. I primi 20 milioni sono già stati impegnati (per prestazioni d’alta specializzazione, ndr). Ma finalmente c’è un governo che non ha pregiudizi ideologici».
IL CORAGGIO DEL DG L’altra equazione di Marsilio è che se si dà lo stop all’intramoenia anche le liste d’attesa si accorciano. E cita Thomas Schael, l’ex manager di Chieti che provò a farlo. Senza riuscirci. «Spero che tutti i dg abbiano il coraggio di non avere paura nei confronti dei “baroni», è il suo messaggio ai naviganti. Ma torniamo alle tasse e a Telese che afferma: «Per il centrodestra abbassarle è un dogma». E in Abruzzo? Marsilio para e risponde: «In Abruzzo andremo oltre la Toscana e l’Emilia Romagna perché ho deciso di introdurre una misura di maggiore equità. Sto chiudendo la discussione con la maggioranza: il primo segmento sarà abbassato (come dicevamo da 1.73 a 1,63%, ndr), così gli abruzzesi che pagheranno meno di oggi saliranno dall’80 all’85 per cento». ANCHE I RICCHI PIANGONO Solo chi guadagna oltre 30/40mila euro l’anno subirà aumenti (2,63% fino a 50mila euro, e 3,33% per chi intasca di più). «Ma una persone che guadagna 8mila euro al mese», spiega Marsilio, «neanche si accorge degli 84 euro in più che gli prelevano». E qui Telese commenta: «Anche i ricchi piangono».
GLI È SCATTATA LA PRESSIONE L’incidente di percorso ha un nome e un cognome: Carla Mannetti, consigliera della Lega che, qualche giorno fa, si è beccata una frase cruenta da Marsilio: «Alla prossima intervista ti prendo a calci nel c… e me lo posso permettere perché ti conosco da trent’anni». Marsilio spiega in tv di averle chiesto pubblicamente le scuse «che lei ha accettato. Il suo errore è stato quello di aver criticato in pubblico la manovra prima ancora di conoscerla. E mi è scattata la pressione». Per il direttore del Centro, questo è un assist quasi a porta vuota.
A PETTO IN FUORI «E se Forza Italia e Lega non sosterranno la manovra delle tasse, lei si dimetterebbe?», chiede Telese. E Marsilio gli risponde come se fosse su un trono di spade: «Chi non la sosterrà non potrà più fare parte della maggioranza». Ma non è una minaccia, sostiene il governatore che aggiunge: «Sono certo che tutta la maggioranza la accetterà a petto in fuori».
E VOLA, VOLA, VOLA Saltando di palo in frasca, Marco Marsilio torna ad attaccare l’opposizione: «Queste continue polemiche sulla Notte dei Serpenti e il Napoli calcio fanno scappare gli investitori», accusa. Ma perché il centrosinistra critica? Gli viene subito chiesto. «Qui misuriamo la pochezza della statura intellettuale dell’opposizione!», ribatte il presidente della Regione che definisce “autolesionistico” l’atteggiamento del centrosinistra visto che la Notte dei Serpenti è condotta da Enrico Melozzi «un convinto antifascista» che con il suo riarrangiamento di Vola Vola a Pescara ha avuto milioni di visualizzazioni». Se però chiedi a Marsilio della “legge mancia”, gli risale la pressione. E sbotta contro il Pd, ma questo diverbio che ha animato la trasmissione di ieri merita un titolo a parte.
DALLE URNE ALLA PISTA C’è infine il tempo per sapere che, entro la fine dell’anno, si concluderà la discussione sulla nuova legge elettorale, quella del collegio unico in Abruzzo. E che la Regione, socio di maggioranza quasi assoluta della Saga, che gestiste l’aeroporto, varerà una ricapitalizzazione di 32 milioni di euro della società per trasformare lo scalo aereo abruzzese in un Ciampino 2. E la trasmissione in tv sulla manovra stile Robin Hood e l’avvertimento perentorio agli alleati di Fratelli d’Italia, si chiude. Per ora Forza Italia ha detto “nì”. Chissà come reagirà oggi la Lega?
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