Tasse: il deficit della sanità rischia di salire a 120 milioni di euro

Mariani e Cavallari: «Bilancio regionale allo sbando. Il buco rappresenta il fallimento di Marsilio». E sui dati: «Asl di Chieti e L’Aquila quelle più critiche. Come sempre saranno i cittadini a pagare»
ABRUZZO. Non ci sono solo gli 81 milioni di euro di disavanzo già noti: il buco nei conti della sanità abruzzese rischia di inghiottire fino a 110 milioni di euro e, secondo stime sempre più preoccupanti, potrebbe addirittura lievitare a 120. È quanto emerso nel corso della commissione straordinaria di Vigilanza, convocata ieri mattina all’Aquila, dove si è discusso della tenuta dei bilanci delle quattro Asl abruzzesi e, in particolare, delle criticità riscontrate nelle aziende sanitarie di Lanciano-Vasto-Chieti e L’Aquila, portate alla luce durante il tavolo di monitoraggio ministeriale dell’11 aprile scorso. Sotto la lente d’ingrandimento anche le assunzioni di personale amministrativo e dirigenziale nelle Asl di Pescara e Teramo, congelate a causa del mancato rispetto del piano assunzionale vigente. Il nodo cruciale su cui il tavolo di monitoraggio ha chiesto un’accurata verifica, attraverso la stesura di controdeduzioni, riguarda le cosiddette “sopravvenienze attive”. In sostanza le Asl avrebbero “gonfiato” le voci attive del bilancio, inserendo risarcimenti di processi o contenziosi civili che però si trovano ancora al primo grado di giudizio e la cui esigibilità resta un’incognita. In totale, si parla di ben 31 milioni di euro, di cui 15-18 fanno capo alla Asl dell’Aquila, una cifra tale da far saltare i conti e allontanare irrimediabilmente il pareggio di bilancio.
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