Ucciso a pugni dai rom
Tre arresti, è rivolta contro i nomadi
ALBA ADRIATICA. E’ stato ucciso in strada dopo una lite, massacrato di pugni da tre rom ubriachi poco più che ventenni. Emanuele Fadani era un papà di 37 anni: ora la gente di Alba chiede giustizia nel suo nome in un crescendo di rabbia sfociata in una notte di fuoco, tra auto incendiate e assalti. Nella tarda serata di ieri Danilo Levakovic, 21 anni, e Sante Spinelli, 25, sono entrati in carcere per concorso in omicidio volontario. Elvis Levakovic, 21 anni, cugino di Danilo, è ricercato. Tutti sono accusati di aver sferrato i pugni mortali.
Le ordinanze di custodia cautelare per i tre rom di Alba sono state firmate dal gip Marina Tommolini su richiesta del sostituto procuratore Roberta D’Avolio al termine di una convulsa giornata.
I due arrestati (difesi dall’avvocato Giuseppe Sgura), che ieri sono rimasti nella caserma di Alba, respingono le accuse, sostenendo che i colpi mortali sarebbero stati sferrati dall’altro, il ricercato. Per oggi alle 15 è stata fissata l’autopsia affidata al medico legale Cristian D’Ovidio: servirà a chiarire come è morto Emanuele Fadani. Per ora l’unica cosa certa è che stato raggiunto da numerosi colpi. Non solo a mani nude. Forse hanno usato anche un tirapugni. Da capire il motivo della lite, iniziata in un locale di viale Mazzini e poi drammaticamente sfociata in strada, davanti all’abitazione del fratello della vittima. Un aiuto nelle indagini potrebbe arrivare dalle immagini catturate dalle telecamere di una banca puntate proprio su quel tratto di strada in cui si è consumata la tragedia. Fotogrammi importanti per ricostruire esattamente quello che è successo.
IL FATTO. Emanuele Fadani faceva il commerciante di videogiochi e videopoker: la sua famiglia da qualche tempo è proprietaria di un’azienda a Corropoli che commercializza proprio questo genere di apparecchi. La notte scorsa doveva partire per Imola per un viaggio di lavoro, molto probabilmente proprio per acquistare questi apparecchi.
Intorno all’una è arrivato in viale Mazzini, sotto casa del fratello dove ieri era ancora parcheggiato il camion. Aveva un appuntamento con il familiare per partire. Ma quel viaggio Fadani non l’ha mai fatto. E’ entrato nel pub Black out per un caffè e ha incontrato i tre nomadi. Non si sa se i quattro si conoscessero. I testimoni raccontano che il litigio è iniziato già all’interno del locale: nessun motivo apparente, solo parole. Poi la lite si è spostata fuori, in strada. Pochi attimi e il commerciante è caduto a terra sotto i colpi dei tre. Un conoscente ha tentato di fare qualcosa, di intervenire, ma è stato colpito anche lui. Poi Emanuele Fadani si è accasciato a terra: è intervenuta l’ambulanza del 118, ma l’uomo è morto durante il trasporto all’ospedale di Giulianova.
IL MOVENTE. Gli investigatori ripetono che è stata una lite degenerata, che non c’è nessun movente. C’è un dato: il rom ricercato nel gennaio del 2008 venne arrestato con l’accusa di aver scassinato decine di macchinette videopoker. Gli investigatori, per ora, non si sbilanciano. Le prossime ore serviranno a fare chiarezza anche su questi aspetti. E per questo sarà importante sentire anche quello che gli arrestati diranno nel corso dell’interrogatorio di garanzia.
LE INDAGINI. Le indagini dei carabinieri sono scattate subite e già nella notte decine di testimoni sono sfilati in caserma per raccontare quello che era successo. Sono arrivati anche Danilo Levakovic e Sante Spinelli, si sono presentati per dare la loro versione e per dire che la lite c’era stata, ma che a sferrare i pugni mortali non erano stati loro. Per tutta la notte gli uomini della compagnia di Alba, diretti dal capitano Pompeo Quagliozzi, e quelli del reparto operativo, diretti dal capitano Nazario Giuliani, hanno raccolto decine di testimonianze. E’ stato visionato anche il filmato registrato dalle telecamere della banca. Con loro il pm D’Avolio. Per tutta la giornata i due sono rimasti indagati, anche se per molte ore si è diffusa la voce del fermo. Alle 13 c’è stato il conferimento dell’incarico per l’autopsia, esame a cui parteciperà anche un perito nominato dai due. Nel pomeriggio si è rincorsa la voce che anche il terzo rom stesse per presentarsi in caserma, ma questo non è avvenuto. Nella serata il gip Tommolini firma le tre ordinanze di custodia cautelare: due vengono eseguite immediatamente e alle 21.30 Danilo Levakovic e Sante Spinelli varcano l’ingresso del carcere teramano di Castrogno.
Le ordinanze di custodia cautelare per i tre rom di Alba sono state firmate dal gip Marina Tommolini su richiesta del sostituto procuratore Roberta D’Avolio al termine di una convulsa giornata.
I due arrestati (difesi dall’avvocato Giuseppe Sgura), che ieri sono rimasti nella caserma di Alba, respingono le accuse, sostenendo che i colpi mortali sarebbero stati sferrati dall’altro, il ricercato. Per oggi alle 15 è stata fissata l’autopsia affidata al medico legale Cristian D’Ovidio: servirà a chiarire come è morto Emanuele Fadani. Per ora l’unica cosa certa è che stato raggiunto da numerosi colpi. Non solo a mani nude. Forse hanno usato anche un tirapugni. Da capire il motivo della lite, iniziata in un locale di viale Mazzini e poi drammaticamente sfociata in strada, davanti all’abitazione del fratello della vittima. Un aiuto nelle indagini potrebbe arrivare dalle immagini catturate dalle telecamere di una banca puntate proprio su quel tratto di strada in cui si è consumata la tragedia. Fotogrammi importanti per ricostruire esattamente quello che è successo.
IL FATTO. Emanuele Fadani faceva il commerciante di videogiochi e videopoker: la sua famiglia da qualche tempo è proprietaria di un’azienda a Corropoli che commercializza proprio questo genere di apparecchi. La notte scorsa doveva partire per Imola per un viaggio di lavoro, molto probabilmente proprio per acquistare questi apparecchi.
Intorno all’una è arrivato in viale Mazzini, sotto casa del fratello dove ieri era ancora parcheggiato il camion. Aveva un appuntamento con il familiare per partire. Ma quel viaggio Fadani non l’ha mai fatto. E’ entrato nel pub Black out per un caffè e ha incontrato i tre nomadi. Non si sa se i quattro si conoscessero. I testimoni raccontano che il litigio è iniziato già all’interno del locale: nessun motivo apparente, solo parole. Poi la lite si è spostata fuori, in strada. Pochi attimi e il commerciante è caduto a terra sotto i colpi dei tre. Un conoscente ha tentato di fare qualcosa, di intervenire, ma è stato colpito anche lui. Poi Emanuele Fadani si è accasciato a terra: è intervenuta l’ambulanza del 118, ma l’uomo è morto durante il trasporto all’ospedale di Giulianova.
IL MOVENTE. Gli investigatori ripetono che è stata una lite degenerata, che non c’è nessun movente. C’è un dato: il rom ricercato nel gennaio del 2008 venne arrestato con l’accusa di aver scassinato decine di macchinette videopoker. Gli investigatori, per ora, non si sbilanciano. Le prossime ore serviranno a fare chiarezza anche su questi aspetti. E per questo sarà importante sentire anche quello che gli arrestati diranno nel corso dell’interrogatorio di garanzia.
LE INDAGINI. Le indagini dei carabinieri sono scattate subite e già nella notte decine di testimoni sono sfilati in caserma per raccontare quello che era successo. Sono arrivati anche Danilo Levakovic e Sante Spinelli, si sono presentati per dare la loro versione e per dire che la lite c’era stata, ma che a sferrare i pugni mortali non erano stati loro. Per tutta la notte gli uomini della compagnia di Alba, diretti dal capitano Pompeo Quagliozzi, e quelli del reparto operativo, diretti dal capitano Nazario Giuliani, hanno raccolto decine di testimonianze. E’ stato visionato anche il filmato registrato dalle telecamere della banca. Con loro il pm D’Avolio. Per tutta la giornata i due sono rimasti indagati, anche se per molte ore si è diffusa la voce del fermo. Alle 13 c’è stato il conferimento dell’incarico per l’autopsia, esame a cui parteciperà anche un perito nominato dai due. Nel pomeriggio si è rincorsa la voce che anche il terzo rom stesse per presentarsi in caserma, ma questo non è avvenuto. Nella serata il gip Tommolini firma le tre ordinanze di custodia cautelare: due vengono eseguite immediatamente e alle 21.30 Danilo Levakovic e Sante Spinelli varcano l’ingresso del carcere teramano di Castrogno.