Una dote ai lavoratori a rischio

27 Gennaio 2011

Patto Regione-Province: 32 milioni per la formazione personalizzata

PESCARA. «I sindacati ci chiedono di fare politica attiva per il lavoro? E noi la facciamo subito: ecco 32 milioni affinché i lavoratori in cassa integrazione possano restare nel sistema produttivo».

L'assessore regionale Paolo Gatti prende spunto dall'invito rivolto dal segretario della Cisl Maurizio Spina per presentare l'ultima, in ordine di tempo, sua operazione destinata a incunearsi nella crisi dell'occupazione. La chiama, non a caso, «Patto delle politiche attive per il lavoro» che sigla con le quattro Province, presenti con i relativi assessori al Lavoro: Daniele D'Amario per Chieti, Eva Guardiani per Teramo, Antonio Martorella per Pescara e Francesco Paciotti per L'Aquila.

Ai lavoratori in cassa integrazione viene affidata una «dote individuale» con la quale può fruire, scegliendoli autonomamente, i servizi di accompagnamento all'occupabilità attraverso la rete dei Centri per l'impiego delle Province o attraverso i soggetti privati accreditati. L'obiettivo è di ampliare le possibilità dei lavoratori di essere riassorbiti nei settori produttivi attraverso un percorso di formazione che scelgono loro e al quale partecipa la Regione attraverso il contributo finanziato dalle risorse del Fondo sociale europeo.

Il budget per il Patto è di 32 milioni di euro, di cui 16 per i servizi formativi e di accompagnamento all'occupabilità e altri 16 a titolo di indennità di partecipazione agli stessi servizi. L'assessorato regionale stima una dote individuale media di 3.600 euro, distribuita in sei mesi (600 euro a mese), il periodo massimo d'assistenza.

L'altro obiettivo politico che lega la Regione alle Province è di spingere in qualche modo l'attività dei Centri per l'impiego i quali devono entrare in concorrenza con gli enti di formazione privata accreditati nel formulare l'offerta il più esaustiva possibile ai lavoratori interessati. «Il Patto colloca l'Abruzzo fra le regioni più innovative nel sistema delle politiche attive del lavoro», sottolinea Gatti.

Dal punto di vista pratico, la Regione, eroga un acconto del 20% del budget. Le risorse comunitarie invece andranno direttamente nelle mani dei lavoratori.

Soddisfatti gli assessori provinciali per la collaborazione che si viene a creare con la Regione. Ma l'assessore Gatti coglie l'occasione anche per commentare i dati Istat sull'occupazione che vedono la cassa integrazione in aumento malgrado la lenta ripresa della produzione. Il segretario Cisl aveva preso spunto da qui per rivolgere l'invito alla Regione di fare politica attiva per il lavoro. «I dati in aumento della cassa integrazione rappresentano una positività», ritiene l'assessore, «perché vogliono dire che ci sono sempre più lavoratori che restano agganciati al settore produttivo e non vengono messi in mobilità e licenziati. Tutte le regioni più industrializzate del Nord fanno registrare questo tipo di dati, mentre in quelle del sud la Cig diminuisce perché aumenta la mobilità». L'assessore ricorda come, al momento dell'insediamento della giunta Chiodi, la disoccupazione in Abruzzo toccava il 9,7%, «mentre attualmente è scesa all'8,4%» e che «gli occupati sono 492mila, 2mila in più rispetto al recente passato. «Di questi», aggiunge, «198mila sono donne. Ciò vuol dire», desume, «che quanto messo in campo per fronteggiare la crisi sta dando i risultati».

© RIPRODUZIONE RISERVATA