Venturoni: «Via Redigolo Chiodi commissario alla sanità»
L’assessore: in Abruzzo c’è una situazione anomala che va superata.
PESCARA. «Il presidente Chiodi deve essere il commissario per la sanità in Abruzzo». L’assessore Lanfranco Venturoni rompe il silenzio sul futuro dei rapporti tra commissario di governo, Gino Redigolo e la Regione. Per Venturoni l’Abruzzo «non può sopportare oltre un’anomalia», ossia che a gestire la sanità, benchè nominato da un governo di centrodestra, sia un commissario al posto di un rappresentate politico della giunta Pdl. La richiesta cade in un momento delicato per la giunta. Il Pdl è pronto a cacciare i manager nominati dal centrosinistra Nel contempo i direttori generali che minacciano ricorsi rivendicando che il loro mandato scade nel 2010, hanno consegnato nelle mani del commissario i piani industriali che prevedono tagli e accorpamenti.
Il feeling tra Redigolo e manager ha fatto crescere il sospetto nel centrodestra che il commissario entro marzo 2010 avrà raggiunto i suoi obiettivi: riequilbrio dei conti a colpi di tagli e con la riduzione degli ospedali da 35 a 10; lasciando però alla classe politica di centrodestra il compito di fermare l’ondata di proteste dei cittadini che temono chiusure di ospedali e tagli ai servizi. Mentre Venturoni da Roma lanciava il suo ultimatum contro Redigolo a favore di Chiodi presidente-commissario. A Pescara, invece, Redigolo era come al solito imperturbabile. Alla domanda: il Consiglio e la maggioranza regionale, in presenza di un commisario di governo, può rimuovere i manager? Redigolo risponde serafico. «Lasciamo agire la politica. Non tocca a me decidere.
Il discorso delle nomine e allontanamenti non rientra nelle mie competenze salvo quello di rimuovere un direttore generale se non attua il piano di rietro». Venturoni ieri a Roma per la riunione straordinaria della Conferenza delle Regioni sulla ripartizione dei fondi per la sanità ha chiesto più soldi per l’Abruzzo. Un ulteriore fondo di 40 milioni di euro aggiunti ai 2 miliardi 252 milioni di euro che lo Stato versa all’Abruzzo per far funzionare Asl, ospedali e cliniche private. «Per l’Abruzzo c’è necessità di un fondo aggiuntivo», osserva, «è iniziato un percorso difficile ma è necessario al più presto arrivare a un accordo per liberare le risorse», prosegue Venturoni, «stiamo lavorando su due fronti: quello finanziario, sul quale il Governo ha mostrato una sottostima del fabbisogno sanitario regionale, e quello normativo, per una riformulazione del Patto della salute». L’assessore evidentemente in vena di richieste ha poi ufficialmente sollevato un problema: la Regione Abruzzo viene esclusa dai Tavoli di monitoraggio per il controllo della spesa sanitaria regionale. «Non è possibile escludere un organo politico importante come la Regione», ha polemizzato.
Il feeling tra Redigolo e manager ha fatto crescere il sospetto nel centrodestra che il commissario entro marzo 2010 avrà raggiunto i suoi obiettivi: riequilbrio dei conti a colpi di tagli e con la riduzione degli ospedali da 35 a 10; lasciando però alla classe politica di centrodestra il compito di fermare l’ondata di proteste dei cittadini che temono chiusure di ospedali e tagli ai servizi. Mentre Venturoni da Roma lanciava il suo ultimatum contro Redigolo a favore di Chiodi presidente-commissario. A Pescara, invece, Redigolo era come al solito imperturbabile. Alla domanda: il Consiglio e la maggioranza regionale, in presenza di un commisario di governo, può rimuovere i manager? Redigolo risponde serafico. «Lasciamo agire la politica. Non tocca a me decidere.
Il discorso delle nomine e allontanamenti non rientra nelle mie competenze salvo quello di rimuovere un direttore generale se non attua il piano di rietro». Venturoni ieri a Roma per la riunione straordinaria della Conferenza delle Regioni sulla ripartizione dei fondi per la sanità ha chiesto più soldi per l’Abruzzo. Un ulteriore fondo di 40 milioni di euro aggiunti ai 2 miliardi 252 milioni di euro che lo Stato versa all’Abruzzo per far funzionare Asl, ospedali e cliniche private. «Per l’Abruzzo c’è necessità di un fondo aggiuntivo», osserva, «è iniziato un percorso difficile ma è necessario al più presto arrivare a un accordo per liberare le risorse», prosegue Venturoni, «stiamo lavorando su due fronti: quello finanziario, sul quale il Governo ha mostrato una sottostima del fabbisogno sanitario regionale, e quello normativo, per una riformulazione del Patto della salute». L’assessore evidentemente in vena di richieste ha poi ufficialmente sollevato un problema: la Regione Abruzzo viene esclusa dai Tavoli di monitoraggio per il controllo della spesa sanitaria regionale. «Non è possibile escludere un organo politico importante come la Regione», ha polemizzato.