A lezione di fedeltà con Nicoletta e Pavel
Con il trascorrere del tempo le storie degli umani appaiono sempre meno interessanti di quelle degli animali. Le storie sono due e riguardano i cani. Della prima è protagonista Nicoletta, una cagnetta meticcia morta l’altro giorno, dopo aver vegliato per dieci anni sulla tomba del suo padrone a Ischia. «Per noi Nicoletta era diventata un’amica, siamo costernati ma siamo convinti che ora raggiungerà il suo proprietario, che non aveva mai dimenticato», ha raccontato a Repubblica, Enrico, che gestisce una pensione vicino al cimitero che la cagnetta aveva eletto a casa. L’altra storia riguarda Pavel, un Labrador al quale è stato negato l’ingresso nella chiesa dove si celebrava il funerale del suo padrone, un uomo di 84 anni, a Torino. «Non si possono portare animali in chiesa, lo sapeva anche San Francesco», ha tagliato corto il parroco. Sono storie toccanti anche perché gli animali testimoniano con il loro comportamento la sopravvivenza di valori minacciati invece dall’oblio fra noi umani. Per esempio, la virtù della fedeltà. Restare fedeli ci riesce sempre più difficile. Amici e amori, ma anche le idee, esercitano su di noi un fascino di diminuita potenza. Come rami in una giornata di vento, ci pieghiamo ora da una parte ora dall’altra, in balia di desideri che ci illudiamo di governare, essendone, invece, dominati.
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