Coronavirus: record di morti, Conte chiude le fabbriche

22 Marzo 2020

Messaggio del premier in tarda serata: oggi 793 vittime. "È la crisi peggiore dal Dopoguerra"

ROMA. Nuovo record di morti da coronavirus in Italia. E il premier Giuseppe Conte parla a tarda sera in diretta su Facebook: «È necessario compiere un altro passo» dice «dobbiamo chiudere in tutto il territorio nazionale ogni attività produttiva non necessaria, non indispensabile a garantirci beni e servizi essenziali». Chiusura delle fabbriche, come avevano chiesto le Regioni del Nord. Il premier assicura che «continueranno a restare aperti tutti i supermercati, edicole, negozi di generi alimentari e di prima necessità. «Non c'è ragione di fare code e corse agli acquisti. Resteranno aperte farmacie, servizi bancari, postali assicurativi, assicureremo tutti i servizi pubblici essenziali come i trasporti». Ma «al di fuori delle attività essenziali consentiremo solo il lavoro in modalità smart working e attività produttive rilevanti per il Paese. Riduciamo il motore produttivo dell'Italia, ma non lo arrestiamo».

Il presidente del Consiglio, che ha parlato della «crisi più grave dal secondo dopoguerra», sottolinea che si tratta di una decisione «difficile ma necessaria. Lo Stato comunque c'è. Uniti ce la faremo». Gli ultimi dati sono agghiaccianti. Oggi le vittime hanno raggiunto il picco massimo, 793 (546 solo in Lombardia), portando il totale a 4mila 825. I malati sono diventati 42mila 681 (4mila 821 in più rispetto a ieri). Un'escalation che ha fatto salire la richiesta al governo di Regioni, Comuni e anche sindacati di attuare una chiusura totale. Il governatore della Lombardia Attilio Fontana emana in serata un'ordinanza per bloccare uffici pubblici, studi professionali, cantieri, attività all'aperto, con termoscanner anche nei supermercati. «Le nostre autorità sanitarie» dice Fontana «ci impongono di agire nel minor tempo possibile. La situazione non migliora anzi, continua a peggiorare». Iniziativa analoga adottata anche dal presidente del Piemonte Alberto Cirio: «chiudiamo tutto quello che è possibile, in base ai poteri delle Regioni. Questa è la più grande emergenza dal dopoguerra».

L'appuntamento con la conferenza stampa delle 18 alle Protezione civile è ormai diventato un bollettino di guerra. La linea di morti e positivi continua a salire. Fortunatamente aumentano anche i guariti (6.072, 943 più di ieri). Il virus è diffuso in tutte le regioni, Lombardia in testa (25mila i malati, quasi la metà del totale), mentre «i numeri al Sud»  spiega il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli,  «sono ancora fronteggiabili. Si sta facendo una corsa contro il tempo e si lavora senza sosta e senza tregua». Per arrestare la diffusione del virus, la ricetta, puntualizza il presidente dell'Iss, Silvio Brusaferro, è sempre quella del «distanziamento sociale. Non abbiamo ancora preso sufficientemente sul serio il pericolo».

E per sperare in un vaccino, aggiunge, bisogna aspettare fine anno. Ancora mesi di battaglia, dunque, con Regioni e Comuni sulla linea del fuoco a chiedere di più, anche se Borrelli fa notare che quelle attuali sono «le misure massime che si potevano adottare. Dopodiché c'è la chiusura totale e mi domando come potremmo sostenerci se non usciamo a fare la spesa». La regola principale resta quella di non uscire di casa, ma sono molti i trasgressori: ieri i denunciati sono stati 10mila, il numero più alto dall'entrata in vigore dei divieti. Per loro la procura di Milano caldeggia il pugno di ferro: arresto fino a sei mesi ed ammenda, senza oblazione. Sul fronte sanitario sono arrivate quasi 8mila risposte all'appello per creare una task force di 300 medici volontari da mandare nelle aree più colpite.

«Grazie a tutti, eroi in camice bianco», ha detto Conte. Buone notizie anche sul fronte mascherine. La prossima settimana ne arriveranno 12 milioni dalla Cina. Saranno le prime dei lotti da 100 e 50 milioni stipulati dal governo con la Byd e un'altra azienda privata cinese attraverso la mediazione della Farnesina. Novità, infine, sul versante dei giochi. L'Agenzia per le Dogane e i Monopoli ha sospeso il Lotto e il Superenalotto. La decisione, riportata in una circolare, riguarda tutte le lotterie e le slot machines.