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7 aprile

7 Aprile 2025

Oggi, ma nel 1989, a Roma, la Corte di Cassazione stabiliva che i film che al cinema fossero stati proiettati con divieto ai minori di 18 anni non potessero essere messi in onda sul piccolo schermo, neanche nella fascia notturna, per tutelare i giovani. Soprattutto per preservare la loro «maturazione» rispetto alle insidie presentate dalla società. La decisione era presa respingendo il ricorso avanzato da due emittenti televisive private ossia “RTV38 Televaldarno”, con sede a Figline Valdarno in quel di Firenze, e “Telesanterno”, con base a Casalfiumanese di Bologna, facenti parte del circuito nazionale generalista Euro Tv e Odeon tv. I trasgressori potranno essere denunciati e rischiare così due mesi di reclusione oltre alle sanzioni amministrative con ammontare fino a due milioni di lire. Sostanzialmente era il “no” definitivo al passaggio via tubo catodico per le pellicole per adulti già limitate da precedenti disposizioni in materia, risalenti al 1940 e al 1962, tuttavia restrizioni ignorate o aggirate con furbeschi espedienti dalle programmazioni non di Stato. La questione s'era acuita particolarmente dopo il lancio in tv del lungometraggio “Nove settimane e mezzo”, del 1986, diretto da Adrian Lyne ed interpretato da Mickey Rourke e Kim Basinger (nella foto, particolare, in una scena tratta da un frame), su Canale 5, avvenuto due anni prima. E la vicenda –che interessava anche “Ultimo tango a Parigi” del 1972 del regista Bernardo Bertolucci con gli attori Marlon Brando e Maria Schneider- aveva portato a 48 denunce al 24 febbraio 1988 e aveva pure occupato lo spazio del dibattito in Parlamento. Il caso era stato inizialmente sollevato dal pretore di Pesaro Alfredo Mensitieri, nell’ottobre 1987, agendo contro Michele Bendanti, Giuliano Re e Fabrizio Calosi che però avevano solo dovuto pagare le ammende.