Israele fa nuove incursioni e rompe la tregua a Gaza

Il premier Netanyahu ha accusato Hamas di bloccare la trattativa per i rilasci e, con l’appoggio statunitense, ha scatenato un altro inferno sulla Striscia
TEL AVIV. La tregua tra Israele e Hamas si è chiusa drammaticamente dopo due mesi nella notte tra lunedì e martedì, quando i caccia dell'Idf hanno ripreso a bombardare intensamente Gaza. Le autorità della Striscia hanno riferito che almeno 400 persone sono state uccise dalle ondate di attacchi, di cui - secondo l'Unicef - 130 bambini. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu e il ministro della Difesa Israel Katz in una nota congiunta alle due del mattino hanno annunciato di avere «dato ordine all'esercito di agire con forza contro Hamas, dopo che si è rifiutato di liberare gli ostaggi e ha respinto tutte le proposte dell'inviato Usa Steve Witkoff e dei mediatori».
Prima di lanciare i nuovi raid, Israele ha avvisato l'alleato statunitense. Il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale Usa Brian Hughes ha dichiarato che «Hamas avrebbe potuto rilasciare i rapiti per estendere il cessate il fuoco, ma invece ha scelto la guerra». Katz ha rievocato le parole di Donald Trump minacciando: «Le porte dell'inferno si apriranno a Gaza. Hamas verrà colpita con una forza mai vista prima. Non smetteremo di combattere finché tutti gli ostaggi non torneranno a casa», ha detto.
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