La grazia perduta della sprezzatura
Dimentichiamo spesso che l'eleganza è innanzitutto un atteggiamento spirituale, un modo di stare al mondo con gli altri
Ci capita a volte di confondere l’eleganza con un certo dettaglio dell’abbigliamento: i disegni di una cravatta, il taglio di una giacca, la qualità di una stoffa. Ci inganniamo, dimenticando che l’eleganza è, innanzitutto, un atteggiamento spirituale, un modo di stare al mondo con gli altri. Una qualità che irradia una luce preziosa che rischiamo di confondere con quella fatua della bella presenza. Susan Saradon, l’attrice americana di film famosi come Thelma & Louis e Dead man walking, ha raccontato, nei giorni scorsi, alla Bbc un episodio della sua vita professionale che spiega meglio di molte parole la natura di questa eleganza morale. Nel 1998 la Sarandon lavorava con Paul Newman sul set del film Twilight. Per l'attore era prevista una paga molto più sostanziosa di quella destinata a lei. Fu lui stesso, ha raccontato l’attrice, a decidere di cederle una parte dei suoi guadagni, per cercare di rimediare a quella che lui percepiva come un’ingiustizia. «E’ stato un tesoro», ha commentato l’attrice. Quel gesto di generosità fu taciuto da Newman. Sprezzatura è la parola che in Italiano indica questa attitudine: la virtù non esibita, bensì nascosta. La sprezzatura che, per Cristina Campo, «è un ritmo morale, è la musica di una grazia interiore». Una grazia sempre più rara oggi. Quasi perduta ormai.
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