La talpa del bene che scava in silenzio
«Solo il bene è profondo e può essere radicale. Il male non è mai “radicale”, ma soltanto estremo e non possiede «né profondità né una dimensione demoniaca». Hannah Arendt scriveva così in una lettera a Gershom Scholem nel 1963. La filosofa tedesca e lo studioso di mistica ebraica corrispondevano, in quei mesi, sul tema del processo al criminale nazista Adolf Eichmann che si era da poco concluso a Gerusalemme. Sì, il bene opera nel mondo in maniera radicale e spesso silenziosa. Un esempio è quello della storia di Rich, un bambino africano di 8 anni, arrivato all’ospedale Regina Margherita di Torino con una grave patologia cardiaca, e sottoposto a un delicato intervento a cuore aperto durato 6 ore. Rich è guarito e potrà tornare con la madre a casa in Kenya. L’operazione è stata resa possibile dalla fondazione Forma e dai medici dell’ospedale che non hanno mai interrotto le cure per patologie diverse dal Covid-19, neppure durante i mesi dell’emergenza. Il male, scrive ancora la Arendt, «può invadere e devastare il mondo intero, perché si espande sulla sua superficie come un fungo». Ma, prima o poi, deve arrendersi davanti alla barriera silenziosa della talpa del bene che scava nel buio dell’attenzione aspirando alla luce.
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