Torino, senza tetto dato alle fiamme
L'aggressione ai giardini intitolati a madre Teresa di Calcutta, ora è in prognosi riservata. La Polizia blocca un sospetto
TORINO. Forse una lite tra clochard. Una discussione per conquistare la panchina dove trascorrere la notte. Potrebbe esserci questo dietro l'episodio che ha choccato Torino: un senzatetto di 61 anni, Gheoge Bod Naru, di origine romena, conosciuto come «George», aggredito e dato alle fiamme in un giardino pubblico. Un sospettato c'è già, ed è stato bloccato e trattenuto dai carabinieri per essere sentito. George è arrivato all'ospedale San Giovani Bosco alle 21.48 con ustioni di secondo e terzo grado al volto. «Mi hanno tirato del liquido addosso», è riuscito a raccontare. Un edema alla gola gli rende difficile la respirazione, per cui è stato necessario sedarlo e intubarlo. La prognosi è riservata.
L'uomo fermato dai carabinieri è stato sentito dal pm Vito Sandro Destito. Gli investigatori mantengono il massimo riserbo. Ma nei giardinetti intitolati a Madre Teresa di Calcutta, nel quartiere Aurora, una delle zone della città a maggiore presenza di immigrati stranieri, qualcuno mormora. «È stato un romeno. Gliel'aveva giurata dal mattino». George lo conoscono tutti, da quelle parti è un habitué. Fino a quattro anni fa aveva lavorato in una panetteria del quartiere, poi il locale era stato ceduto a una famiglia marocchina e lui era finito in strada, senza un soldo. Da allora la sua casa è diventata una panchina: la prima che si incontra entrando da corso Vercelli. «È un tipo tranquillo», spiega Mihai Sogea, un clochard suo amico. «Le persone gli danno da mangiare, gli portano del pane e dell'acqua. Ieri abbiamo bevuto del vino. Poi, però, sono andato via». Lui dorme dalle parti del Sermig: quello è il suo posto. Perché, tra i senzatetto, gli spazi dove trascorrere la notte sono una cosa seria, una questione di sopravvivenza. Luca Deri, presidente della circoscrizione 7, parla di «fatto annunciato». «Temevano che prima o poi sarebbe finita in questo modo», aggiunge. Il giardino è una casa per i clochard e un punto di ritrovo per spacciatori e delinquenti. La tensione è alta. «Ieri pomeriggio - continua Deri - con un gruppo di volontari siamo andati a ripulire il giardino da cocci di vetri, lattine e immondizia». Poi, l’altro ieri sera, un atto che, su twitter, l'ex sindaco di Torino Piero Fassino ha definito «di estrema viltà». Secondo Fratelli d'Italia,«il quartiere Aurora è un'emergenza. Le autorità devono affrontarla: ogni giorno la situazione peggiora e ormai non si contano le vittime dell'illegalità che regna sul rione».
L'inverno si avvicina e per i clochard i problemi aumenteranno. L'assessore comunale al welfare Sonia Schellino, oltre ad annunciare un piano di aiuti, invita a segnalare alla polizia municipale o ai servizi sociali della Città «le persone senza dimora che, per qualsiasi motivo, si trovano in evidente difficoltà.
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