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13 agosto

Oggi, ma nel 1950, a Gorizia, nel normalmente impenetrabile confine con la neonata Nuova Gorica, appartenente alla Jugoslavia, al valico di Casa Rossa, gli italiani assegnati al nuovo Stato il 17 settembre 1947, varcavano la delimitazione di filo spinato e cavalli di Frisia dando vita a quella che passerà alla storia come “La domenica delle scope”.

La moltitudine di espatriati a forza dal Paese di Josip Broz, “Tito”, poteva riabbracciare familiari, legami di cuore, amici, approfittando del clima ferragostano, ma soprattutto fare acquisti, particolarmente di generi di prima necessità, letteralmente svuotando i negozi goriziani. Poiché a Nuova Gorica molti prodotti erano introvabili, sia per ragioni pratiche, che per scelte politiche.

La “Nuova Gorizia”, che poi toccherà alla Slovenia, era stata edificata per restituire un baricentro amministrativo alla fetta di territorio annesso alla Jugoslavia con il Trattato di Parigi del 10 febbraio 1947. La denominazione della simbolica giornata sarà dettata dall’acquisto principale effettuato nelle botteghe tricolori: le ramazze di saggina (nella foto, particolare, al rientro, carichi di derrate e utensili, dopo le ore di libertà vigilata). Il giorno di festa, vissuto con una certa noncuranza dei fucili dei “graniciari”, i soldati posti a guardia del limite tra l’occidente democratico e l’avamposto dell’est europeo, assumeva significato particolarmente simbolico delle sofferenze patite dai cittadini di quel lembo di terra lungamente conteso.

La singolare vicenda verrà raccontata nelle 112 pagine del volume scritto dal giornalista Roberto Kovaz del quotidiano triestino “Il Piccolo”, intitolato “La domenica delle scope. Gorizia, 13 agosto 1950”, che sarà pubblicato da Leg-Libreria editrice goriziana, nel 2023.