TODAY
4 settembre
Oggi, ma nel 1917, sul Monte San Gabriele, in Slovenia, a tre chilometri in linea d’aria dalla città di Gorizia, a quota 646 metri sul livello del mare, gli Arditi inquadrati nella seconda armata, agli ordini del generale Luigi Capello, conquistavano, dopo molteplici sforzi, la roccaforte austroungarica del “Monte della morte”, fino ad allora ritenuta inespugnabile.
Per riuscire nell’impresa (nella foto, particolare, cimitero austroungarico sul Veliki Hrib, a quota 526, della propaggine del Skabrijel, dall’archivio del Museo storico del Risorgimento di Bologna) il reparto d’assalto aveva beneficiato del cannoneggiamento del tratto d’altura fino al monte San Marco, mediante 700 bocche da fuoco. Dopo aver piantato la bandiera con il tricolore sabaudo accanto al fortino sommitale, i soldati del Belpaese catturavano 200 prigionieri asburgici.
L’operazione veniva fatta rientrare nell’undicesima battaglia dell’Isonzo, nonostante tecnicamente quella conosciuta anche come “Scontro della Bainsizza” verrà ricompresa tra il 17 ed il 31 agosto. Il 6 settembre, tuttavia, gli Arditi, in mancanza del supporto proveniente dal grosso dell’esercito, saranno costretti a ritirarsi e le truppe di Vienna, in controffensiva, sotto il comando del Feldmaresciallo Svetozar Borojevic von Bojna, soprannominato “Il leone dell’Isonzo”, riguadagneranno la posizione.
Tutta la vicenda verrà racconta nel volume di Nicola Persegati, di 146 pagine, intitolato “Il San Gabriele: l’orizzonte di fuoco”, che sarà pubblicato dall’editore Gaspari, di Udine, nel 2007.