Juve indifesa, bravo Eusebio
Juventus bocciata all’esame Messi. E con essa Dybala. Il calcio spagnolo è (ancora) avanti. Troppo avanti per le italiane. E chissà fino a quando ci rimarrà. E’ stato un Messi debordante quello che ha illuminato il Camp Nou. L’avvio di stagione dell’argentino è di quelli devastanti. Va avanti a suon di doppiette. E’ caricatissimo, non ci sta a consegnare il trono del giocatore più forte al mondo a Cristiano Ronaldo. E spazza via chiunque gli si faccia avanti. In Spagna come in Champions. Travolge anche una Juventus indifesa. Sì, perché il problema di Allegri è e sarà nelle retrovie. E condizionerà tutta la stagione a meno che a gennaio la società non ci metta una pezza a colori. La partenza di Bonucci non è stata rimpiazzata subito. Howedes è tutto da scoprire, Chiellini ogni tanto si ferma per i guai muscolari senza contare che l’età avanza anche per lui, oltre che per il 36enne Barzagli. E poi Rugani stenta a fare il passo decisivo verso la completa maturazione. Benatia? Forte, sì, ma la concentrazione va e viene. Continua a distrarsi troppo facilmente. E così la Juve scopre che quello che è stato il suo punto di forza per anni – la difesa per l’appunto – è diventato il tallone d’Achille. Il 3-0 al Camp Nou ci sta, era nelle previsioni per i motivi di cui sopra. Buona Juve per 45’, vero, ma non basta se non hai certezze dietro. C’era da attendersi qualcosa in più da Paulo Dybala, ma la Joya è alle prese con un processo di consacrazione in cui ci può stare qualche battuta a vuoto. Però, la classe non si discute. I colpi sono quelli di un campione. Che poi siamo abituati ai facili e improvvidi paragoni è un altro discorso. Nessuno dotato di buon senso può pensare che sia migliore di Messi o di Cristiano Ronaldo, nemmeno alla pari oggi. Ma per quello che Dybala ha fatto vedere non è un’utopia immaginare un futuro da Pallone d’Oro. Deve, però, concludere un processo di maturazione, soprattutto a livello caratteriale. Deve mostrare maggiore personalità nei grandi appuntamenti. Altrimenti rimarrà sospeso nel limbo dei rimpianti. Quelli che non possono appartenere alle italiane quando affrontano le spagnole. Che continuano a manifestare una chiara superiorità. Ne sa qualcosa la Nazionale reduce da un altro 3-0, quello del 2 settembre scorso al Bernabeu, con annessa lezione al presuntuoso ct Ventura. Proprio per questo motivo assume un valore particolare, che va ben oltre il punto in classifica, il pareggio della Roma, in casa contro l’Atletico Madrid. Buona la prima dell’abruzzese Eusebio Di Francesco in Champions. Buona perché la Roma era reduce da un ruolo di marcia ricco di delusioni in Europa. E, invece, il punto le permette di coltivare la speranza di qualificazione in un girone difficile. Inoltre, il risultato è destinato a produrre autostima anche per il campionato. Certo, l’Atletico non è quello degli anni scorsi. Ma i giallorossi in Champions negli ultimi anni hanno preso imbarcate di gol. E questa volta sono riusciti a chiudere la partita senza subirne. Avanti Eusebio!
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