Patrizia Tocci: l'amore ai tempi di Internet

14 Febbraio 2011

Oggi è San Valentino. Propongo un articolo della poetessa aquilana Patrizia Tocci si "L'amore ai tempi di internet"

Una città marina e una città montana. Nella prima abita K. Nella seconda Y. Si scrivono ogni giorno, non lettere: ma sms, e-mail, si incontrano su messanger o su facebook, chattano ad ogni ora del giorno e della notte. Un’ autostrada telematica di fibre ottiche li unisce, un ponte di gomma e di silicio permette alle loro parole digitate di incontrarsi. C’è molto traffico. I due hanno a disposizione tante minuscole copie di loro stessi: piccole, così piccole da infilarsi agevolmente nei cavi e compiere il proprio lavoro. Capita di assistere ad alcuni ingorghi, come nel traffico reale; qualche volta tutto fila liscio, altre restano cadaveri virtuali sul ponte virtuale. Ma fanno male lo stesso. Può capitare che le e-mail arrivino prima degli sms con disegno; che le foto inviate col bluetooth si perdano nell’aria, smaterializzandosi; in alcuni momenti i due si scrivono contemporaneamente su facebook per vedere se l’altro è connesso, e si chiamano con sms ai quali danno risposta con le e-mail; oppure il display del cellulare avvisa che è arrivata una nuova e-mail da aprire. Alcune volte i piccoli k partono dalla città in pieno sole e trovano neve dall’altra parte; altre volte le piccole Y vanno troppo lentamente e rimangono in giro tutta la notte, cerando un passaggio per poter tornare; può accadere che i piccoli K dimentichino impermeabile ed l’ombrello quando all’altra parte c’è vento e bufera; tornano indietro intirizziti e raffreddati. Quando arrivò la vera lettera di Y a K. fu una tragedia: aveva paura di aprirla, pensava a una tragica notizia, non che fosse – com’era - una desueta, antiquata lettera d’amore. Perfino con una data, una frase e una firma vera, scritta a mano su una carta preziosa, con un ghirigoro finale insospettabile. Piena di tante parole incancellabili che rimanevano fiere e dritte sul bianco del foglio, vergate con una grafia che somigliava ai capelli di Y, tutta sbuffi e riccioli.
Allora anche k. decise di spedirle una normale lettera d’amore- ma erano così lente ad arrivare che quando le parole furono finalmente nelle mani di Y vennero vanificate dalle quelle contenute nell’ultima email, giunta proprio mentre Y tentava di aprire maldestramente la busta, lacerando anche una parte del foglio contenuto. K le aveva scritto su un foglio a quadretti – uno di quelli da ufficio; con ordine e precisione aveva messo tutte le stanghette delle t e delle f al posto giusto, appena accennata qualche rotondità delle a, delineati tutti i puntini sulle i. Allora Y ebbe paura di K.; avrebbe potuto anche essere un serial killer … In ogni caso sembrava molto diverso da come si vedeva nella foto su facebook. Anche k. aveva avuto un impressione diversa dalla lettera di Y. Tutti quei riccioli parevano delineare un carattere infantile, contrariamente alla donna decisa che lei voleva apparire. Si scrissero ancora. Le email, sms, ci furono incontri su facebook pieni di domande esponenziali che non fecero altro se non ingarbugliare e allontanare. Allora Y con coraggio cancellò tutti gli sms di K. salvati sul cellulare e in un pomeriggio tutte le sue email. Che bello, sparivano, si volatilizzavano in un secondo. Fu più difficile sparire da facebook e da messanger ma inventò un’altra identità fittizia, comunicandola a pochi amici. K. apprese dal provvider che le email tornavano indietro perché l’utente aveva dismesso quell’indirizzo. Inevitabilmente, i suoi sms restavano senza risposta. “Che maleducata- pensò. “Avrebbe almeno potuto scrivermi un addio. Anche con un sms, con una email…”
PATRIZIA TOCCI