Rousseau, l'abate e i 5 Stelle

9 Luglio 2017

In questi giorni il Movimento 5 Stelle è impegnato negli Open day sul sistema Rousseau, la piattaforma web su cui gli iscritti possono votare o proporre leggi e iniziative. Non ho ben capito perché Gianroberto Casaleggio abbia scelto di chiamare questa sua creatura con il nome del filosofo ginevrino. Certo, ci sono molte cose di Rousseau che possono affascinare un sostenitore della democrazia diretta. Jean Starobinski ce lo descrive come un instancabile partigiano della trasparenza: “Paragona il suo cuore al cristallo. Lui appartiene alla luce, gli altri appartengono al mondo delle tenebre”. Ma il grande pensatore liberale Isaiah Berlin lo mette tra i nemici della democrazia, in buona compagnia con Hegel, Saint Simon, De Maistre e altri, perché in Jean-Jacques la libertà individuale coincide con l’autorità. E allora? Per trovare un altro punto di vista conviene andarsi a leggere un piccolo libro, “Visita a Rousseau e Voltaire”, scritto da James Boswell, nel quale si raccontano le visite dello scrittore scozzese ai due pensatori. Boswell incontra Rousseau più volte nel dicembre del 1764. Il filosofo vive con la governante-amante Thérese in una casa situata “in una valle selvaggia” a poche leghe da Neuchatel. Rousseau riceve Boswell vestito da armeno. Durante una delle conversazioni il discorso finisce sul l’Abbé de Saint-Pierre, l’economista le cui teorie influenzarono le riforme della Rivoluzione francese. L’abate non poteva prendere moglie, ma ebbe amanti in quantità e altrettanti figli. Ai quali, racconta Boswell, permetteva di seguire solo le professioni utili. Escludeva, per esempio, quella di fabbricante di parrucche, “perché”, diceva, “finché la natura continua a fornirci di capelli, la professione di fabbricante di parrucche sarà sempre piena d’incertezza”. Ebbene, parlando dell’abate (“un uomo che faceva il bene semplicemente perché aveva deciso di fare il bene”), Rousseau consigliò a Boswell: “Se vi accadrà di diventare membro del Parlamento, dovrete assomigliare all’Abbé de Saint-Pierre. Dovrete restare fedele ai vostri principi”. Boswell ne fu meravigliato: “Ma, signore, un membro del Parlamento che si comporti in maniera onesta viene considerato uno sciocco”. “Ebbene”, gli rispose Rousseau, “siate pure un membro del parlamento sciocco; ma, credetemi, un tal genere d’uomo sarà rispettato”. Questo forse era il Rousseau che piaceva a Casaleggio.