Chieti, dog sitter compra l'auto e spilla soldi ad anziano malato
I figli denunciano 49enne per circonvenzione d'incapace, il giudice interviene dopo le inagini dei carabinieri e fa scattare il divieto di avvicinamento
CHIETI. Ha sfruttato un anziano approfittando del suo stato di salute. Gli avrebbe spillato soldi, fatto firmare finanziamenti, e acquistare un'auto. Fino a quando i figli dell'anziano si sono accorti di questa situazione e l'hanno denunciata per circonvenzione di incapace. Lei, ha 49 anni, e si era avvicinata alla famiglia, prima che la moglie del pensionato morisse, con il ruolo di dog sitter, si prendeva cioé cura del cane di casa. Al termine delle indagini dei carabinieri il giudice ha firmato nei suoi confronti un’ordinanza di divieto di avvicinamento ed il sequestro preventivo della macchina e della carta di credito prepagata intestata alla donna per impedirle di prosciugare il patrimonio dell'anziano, quantificato in circa 20mila euro. Altro che ingenua dog sitter.
La donna aveva iniziato la conoscenza con la vittima già quando la moglie era in vita perché si prendeva cura del cane dei due e a quanto pare sembra che fosse ben informata sullo stato di salute dell’uomo. I carabinieri di Chieti scalo in una nota ricordano come i problemi fossero iniziati dopo la morte della moglie perché l’uomo, pur avendo tre figli che lo accudivano amorevolmente in ogni modo possibile, era rimasto solo. E quindi la frequentazione con la dog-sitter si era fatta più intensa, anche se la vittima soffriva di patologie neuro-cognitive diagnosticagli da tempo. Anzi forse proprio per questo, la donna ha iniziato a chiedere insistentemente denaro e, nel periodo analizzato dai carabinieri, si è fatta accreditare a più riprese, sulla carta prepagata più di 5mila euro. Poi gli ha fatto firmare alcuni finanziamenti per l’acquisto di televisori, uno smartphone e un computer, per un valore di 1.600 euro.
Ma i figli si sono accorti che c'era qualcosa che non andava, quando si sono visti recapitare a casa una multa per un’autovettura che non conoscevano: l’obbligato in solido è risuktatoi essere il padre, ma loro l’auto non l’avevano mai vista. Quando sono andati dai carabinieri pensando ad un errore, hanno scoperto la verità: che il padre aveva firmato il contratto di acquisto, ma di fatto il veicolo la donna l’aveva consegnata a suo fratello, destinatario della contravvenzione.
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