Bidoni della spazzatura in via dei Frentani

SPAZZATURA IN STRADA

Chieti, i rifiuti restano sotto i palazzi. Emergenza anche sul Colle 

La protesta dei residenti: nessuno raccoglie l’immondizia dei condomini, così non si può andare avanti. Sotto accusa il nuovo appalto della differenziata da 7 milioni

CHIETI. Bidoni strapieni, rifiuti in strada, città sempre più sporca. Le immagini dei cassonetti strabordanti, assediati dalle buste di spazzatura, non arrivano più soltanto dallo Scalo, dove il nuovo appalto dei rifiuti è partito prima, ma anche da Chieti alta dove pian piano stanno arrivando le nuove regole. E con i cambiamenti scoppiano le proteste. Dal Tricalle a Madonna del Freddo, in tanti scrivono al Comune per chiedere il ripristino del vecchio sistema. Ma, al momento, non c’è risposta. Alle proteste di Chieti Scalo il sindaco Umberto Di Primio e l’assessore alla gestione dei rifiuti Alessandro Bevilacqua hanno preferito rispondere con blitz per controllare come veniva fatta la differenziata, gettando dunque la colpa sugli incivili, anziché mettere mano, ad esempio, al problema delle strade private che con il nuovo appalto non vengono più servite.

Raccolta ferma in via Sallustio, al Tricalle

E sono tante. Al Tricalle c’è via Sallustio, in cui si trovano sei palazzine Ater: gli inquilini hanno scoperto all’improvviso ha scoperto che la loro strada non è pubblica. Dopo giorni di bidoni strapieni, a farsi sentire è stato il consigliere Udc Mario De Lio che, però, nonostante sia riuscito quanto meno a farsi svuotare i cassonetti, non è riuscito a far tornare il vecchio sistema di raccolta. De Lio ha scritto una dettagliata lettera a Di Primio e Bevilacqua, spiegando come, a suo parere, si debba tornare indietro. Rivela innanzitutto che con l’accordo del 27 dicembre 1999 l’area è stata ceduta dal Comune all’Ater in gestione, ma non in proprietà. Dunque la strada resta pubblica. Pure fosse privata, dovrebbe comunque essere considerata a uso pubblico, visto che è aperta e accessibile a tutti.

Spazzatura indifferenziata in via Verdi, al Levante

Dal quartiere Levante ci ha provato, invece, l’avvocato Corradino Marinelli, che rappresenta una trentina di palazzine che si trovano tra via Zimarino, via Verdi e il centro Levante. Marinelli ha scritto in particolare a nome dei condomini Magnolia, di via Verdi 44, e Levante, di via Verdi 38, chiedendo di poter tornare al vecchio sistema, ma anche in questo caso non ci sono state risposte. Nonostante il fatto che alcuni dei residenti più lontani di via Verdi debbano percorrere 3 chilometri prima di poter gettare regolarmente i rifiuti. «Visto che non venivano più ritirati, abbiamo contattato una ditta di Teramo per farli prendere», dice Marinelli, «ma i condomini dovrebbero autotassarsi per pagare il nuovo servizio, nonostante paghino già la Tari. Che è anche aumentata». E l’aumento è stato giustificato da Bevilacqua dicendo che il nuovo appalto assicurava maggiori servizi.

@RIPRODUZIONE RISERVATA