Ballottaggio per il Comune
Chieti, sfida finale Di Primio-Febo: affluenza alle 19 solo al 34%
In nottata sapremo il nome del nuovo sindaco che farà festa in piazza Valignani. Il centrodestra parte con un vantaggio di 1.928 voti, il centrosinistra ha Di Paolo
CHIETI. L’attesa è finita. Si torna alle urne per il ballottaggio che decreterà, tra le 2 e le 3 di notte, il nuovo sindaco del capoluogo teatino. In lizza il sindaco uscente Umberto Di Primio, rappresentante del centrodestra, capace di strappare al primo turno il 37% delle preferenze con 10.606 voti, e lo sfidante del centro sinistra, Luigi Febo, fermo al 30,28% di share grazie agli 8.678 voti ottenuti nei 57 seggi allestiti tra il Colle e lo Scalo. La partita del primo turno si è chiusa con 45 seggi contro 12 a favore di Di Primio, vincitore assoluto soprattutto nelle sezioni dello Scalo. Ma sono due le incognite della giornata che potrebbero rimescolare le carte in tavola e assottigliare un divario che al primo turno è stato piuttosto netto: l’astensionismo degli elettori e il supporto che Giustizia sociale e il suo leader Bruno Di Paolo hanno garantito al centrosinistra con un accordo ufficiale depositato la scorsa settimana all’ufficio elettorale del Comune.
Non a caso, nelle schede elettorali, tra i loghi dei partiti che sosterranno la candidatura a sindaco di Febo, compariranno anche le tre liste di Giustizia sociale, Lista Bruno Di Paolo, il Polo delle brave persone e, appunto, Giustizia sociale, capaci di sommare, al primo turno, 2330 voti. Ha fatto ancora meglio il candidato sindaco di Giustizia sociale, Di Paolo, destinatario di ben 2459 voti. Che potrebbero corroborare la causa del centro sinistra costretta a recuperare il terreno perduto.
Ma non è l'unica novità a causa di un errore tipografico che sta scatenando le polemiche: nei manifesti elettorali nei seggi è stato sbagliato il nome di Di Primio. Al congnome del sindaco uscente è stata tolta una "i". Un errore a cui si sta mettendo rimendio con l'apposzione di una pecetta. Ovvie le reazioni degli elettori pro Di Primio o pro Febo. Per i primi sarebbe un messaggio subliminale, per i secondi un refuso che sfiora l'autogol.
Ma è l’astensionismo lo spauracchio maggiore per entrambi i candidati sindaci. Questo perché, al primo turno, è andato a votare soltanto il 66,44% degli elettori della città, ovvero 30 mila e 92 persone contro i 45 mila e 291 elettori aventi diritto. Sono state 1.161 le schede nulle mentre le schede bianche sono state 220. Un pericolo che per ora sembra scongiurato. Alle 12 l'affluenza è al 16,09% contro il 20,47% del primo turno, un dato ancora più preoccupante quello delle 19 con appena il 34,21% dei votanti contro il 50.02% di due settimane fa.
Il ballottaggio, la storia insegna, richiama sempre meno cittadini nei seggi e quindi c’è il rischio concreto che la percentuale di votanti registrata al primo turno diminuisca ulteriormente. In tal senso sia Di Primio che Febo, insieme alle rispettive coalizioni, hanno insistito molto con il proprio elettorato sull’importanza di andare alle urne. Un’impellenza per Di Primio per mantenere intatto il suo vantaggio ed una necessità improcrastinabile per Febo chiamato a colmare un gap di ben 1928 voti. Le previsioni meteo annunciano cielo nuvoloso e spiccata variabilità. Un motivo in più per restare in città o per tornare prima dalla costa e andare, così, a votare e decidere chi sarà il nuovo sindaco che dovrà amministrare l’antica Teate nel prossimo quinquennio.