Consorzi industriali uniti Sannino: Vastese da salvare
San Salvo. Centro democratico: l’Azienda regionale attività produttive (Arap) non deve stare a Pescara per evitare che il nostro territorio venga penalizzato
SAN SALVO. Istituire la sede dell’Arap (azienda regionale delle attività produttive) nel Vastese per evitare l’ulteriore marginalizzazione del territorio. É di questo tenore la mozione presentata dal consigliere comunale Nicola Sannino (Centro democratico) con lo scopo di impegnare l’amministrazione del sindaco Tiziana Magnacca «ad attuare ogni azione politica ed istituzionale per avviare un confronto con le imprese del territorio al fine di agire in maniera costruttiva e condivisa al miglioramento delle scelte legislative regionali».
Si arricchisce di nuovi interventi il dibattito in atto sul riordino dei Consorzi Industriali abruzzesi che, secondo la normativa approvata nel luglio 2011 dal consiglio regionale, verranno fusi per dare vita ad un unico ente, cioè l’Arap la cui sede è stata individuata temporaneamente a Pescara. Su questa scelta si sono alzate diverse voci contrarie, tra cui quella di Agostino Monteferrante, ex segretario cittadino del Pd e oggi a capo del Comitato dei renziani di San Salvo, all’associazione professionisti del Vastese presieduta dall’architetto Laura D’Alessandro. Sia Monteferrante che il sodalizio tecnico hanno lanciato appelli alla politica affinché si muova per evitare ulteriori spogliazioni del territorio. Alle voci contrarie si è aggiunta quella di Sannino, il cui intervento ha l’obiettivo di impegnare il sindaco e la giunta ad attuare le azioni politiche ed istituzionali necessarie affinché la sede dell’Arap venga localizzata nel territorio vastese. «Desta perplessità la volontà di andare a centralizzare un servizio territoriale», sostiene il consigliere comunale di minoranza nella mozione che verrà discussa nella prossima assemblea civica di San Salvo, «tanto più che alla costituzione del patrimonio del nuovo ente regionale il Coasiv (Consorzio Industriale del Vastese, ndc) parteciperà con una quota maggioritaria. Significa che questo territorio sarà ancora una volta marginalizzato dai centri decisionali». Contro la legge di riordino degli enti consortili sono scesi in campo anche i dipendenti del Coasiv che in una lettera inviata a Confindustria e Assovasto sollevano una serie di perplessità sulla riforma, sia per gli oneri aggiuntivi a carico delle imprese, sia per alcune funzioni peculiari che verrebbero perse.
Anna Bontempo
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