Don Ciotti agli studenti: «Riempite la vita di senso» 

Il presidente di Libera tiene a battesimo il progetto “Raccontare l’impegno civile” Poi il colloquio con i ragazzi: «Adesso avete un’età meravigliosa, non sprecatela»

CHIETI. L’incontro con i docenti prima e l’abbraccio con gli studenti a seguire. Don Luigi Ciotti, presidente nazionale di Libera, ha passato un’intera mattina al liceo Gonzaga tenendo a battesimo il progetto formativo per le scuole dal titolo “Raccontare l’impegno civile”. Il progetto è dedicato al contrasto delle culture mafiose e costituisce uno sviluppo di un percorso pluriennale in rete fra Libera, istituzioni e scuole per promuovere la pratica e l’esercizio delle forme di partecipazione degli studenti verso valori civili. Un viaggio formativo destinato ai docenti delle 27 scuole che hanno aderito all'iniziativa promossa dal Presidio di Libera Chieti, coordinato dalla docente del Gonzaga, Gilda Pescara, con il sostegno e il patrocinio della prefettura di Chieti, dell’Ufficio scolastico regionale, del Dipartimento di lettere della d’Annunzio e di Proteo Fare Sapere.
Il primo incontro al Gonzaga ha visto anche la presenza di Michele Gagliardo, formatore nazionale, del sindaco Diego Ferrara e della consigliera provinciale delegata alle scuole Silvia Di Pasquale. A fare gli onori di casa il preside Camillo D’Intino. Obiettivo del progetto: «Spingere le scuole», ha spiegato la coordinatrice Pescara, «a costruire dei percorsi di partecipazione, possibilmente aperti al territorio, in modo da rendere viva la memoria delle vittime innocenti delle mafie». Oltre cento gli insegnanti presenti, circa 250 gli studenti che si sono fermati ad ascoltare don Ciotti al termine della prima parte con i docenti. Nel piazzale della scuola don Ciotti si è fermato a parlare con i ragazzi, ha chiesto loro quale indirizzo di studio seguissero e cosa volessero fare. Qualcuno, come il 18enne Lorenzo Di Lauro, gli ha confessato di aver perso l’interesse per la scuola. Lui gli ha risposto che «ognuno trova la sua strada», argomentando a lungo il concetto a tu per tu con lo studente. Poi, al microfono, hanno preso la parola altri studenti: David Stefan gli ha chiesto cosa pensasse del fatto che i giovani venissero spesso etichettati come privi di empatia. Don Ciotti ha risposto alla domanda sostenendo che esiste un dovere «di non fermarsi mai alle apparenze» e, dunque, «mai etichettare». Ha ricordato a riguardo la sua infanzia in una famiglia «povera ma dignitosa» e l’incontro che a 17 anni gli ha cambiato la vita con un senzatetto che leggeva libri su una panchina che gli ha insegnato a dedicare del tempo agli altri. «Spendete un po’ della vostra vita non solo per voi», ha detto ai ragazzi, «riempitela di senso e significato, non lasciatela vuota. E sappiate distinguere tra i seduttori e gli educatori. Avete un’età meravigliosa, non sprecatela».
Ha poi messo in guardia i ragazzi dai pericoli del web e delle nuove dipendenze, come il gioco d’azzardo. Hanno poi preso la parola le studentesse Camilla Marongiu e Marina Di Credico, che lo hanno omaggiato di un libro sul loro percorso di educazione civica, e la studentessa Carmen Falcone.