Francesco, il 31enne morto in moto e il dolore dei colleghi: «Con lui eravamo una famiglia»

I compagni di lavoro di Canale raccontano gli ultimi minuti trascorsi insieme prima dello schianto. Indagato per omicidio stradale il conducente del camioncino dei rifiuti contro il quale si è scontrato
CHIETI. Era un venerdì pomeriggio di lavoro come tanti, quando i dipendenti di Gostmoto, concessionaria di motociclette molto conosciuta, iniziano a ricevere messaggi sul telefono che parlano di un incidente con una moto coinvolta non molto distante dalla sede di Chieti Scalo. «Sono arrivati diversi messaggi da amici e conoscenti per chiederci se sapevamo qualcosa dell'incidente che era successo lì vicino. Abbiamo iniziato a guardarci intorno, a vedere chi mancava all'appello e abbiamo visto che non c'era Francesco». Daniel Marzola ricostruisce così gli ultimi minuti di lavoro prima di capire che l'amico e collega Francesco Canale, 31enne residente a Villa Raspa di Spoltore, era morto in un tragico incidente intorno alle 17,30 su via Aterno, nei pressi della sede di Formula Ambiente, la società che gestisce la nettezza urbana in città. Francesco era a bordo di una delle motociclette della concessionaria scalina per la quale lavorava: lo schianto contro un furgone per la raccolta dei rifiuti non gli ha lasciato scampo. Sulla dinamica dell'incidente sono al lavoro i vigili urbani. Il guidatore del camion dei rifiuti, illeso seppure sotto shock, risulta ora indagato per omicidio stradale.
AMICI SUL POSTO DI LAVORO
Francesco e Daniel erano amici da una decina d'anni. Da un anno erano anche colleghi di lavoro a Gostmoto. «Francesco era un ragazzo sorridente e solare, gioioso e divertente», dice Daniel, «l’amico di sempre e sempre presente nei momenti importanti insieme alla sua meravigliosa compagna Giusy. L’amico buono, sincero che tutti vorrebbero avere vicino, inoltre un grande collega “un mattacchione” come diciamo tra di noi». Quando iniziano ad arrivare i messaggi telefonici relativi all'incidente, Daniel si precipita sul posto: «Non sapevamo nulla di certo, ci erano arrivate solo notizie di un incidente che riguardava una Kawasaki», continua a raccontare Daniel, «tra l'altro ci avevano riferito di una moto di un modello diverso da quello preso da Francesco, anche se si trattava di un modello molto simile». Daniel, insieme a un altro meccanico, al titolare Sandro Febbo, e a un altro responsabile della concessionaria vanno a controllare, non sapendo in quel momento che si trattava di un incidente mortale. Quando sono arrivati sul posto lo shock è stato enorme: «Quando siamo arrivati per Francesco non c'era già più niente da fare: ho visto il suo corpo coperto da un telo».
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