Gli ortolani trovano le porte chiuse al mercato coperto

29 Luglio 2010
LANCIANO. Hanno aspettato per due ore davanti all'ingresso chiuso del mercato coperto, in piazza Garibaldi, poi i contadini hanno deciso di accamparsi alla meno peggio all'esterno, con le cassette di frutta e verdura accatastate sul marciapiedi o sparse sull'asfalto.  E' iniziato male il mercoledì di vendita per gli ortolani che ieri mattina intorno alle 6 si sono ritrovati come sempre al mercato coperto. Ad attenderli c'era un cartello con su scritto: «Oggi si apre alle 8».

«Questa è la goccia che fa traboccare il vaso», dicono i venditori davanti alle loro bancarelle di fortuna. «Siamo stanchi delle continue vessazioni a cui veniamo sottoposti», e poi ancora «Ci chiede i soldi, altrimenti non ci fa lavorare, e per ritorsione sposta continuamente le nostre postazioni creando confusione negli acquirenti».  Una valanga di lamentele a tratti anche colorite: «Ci ha chiusi fuori, io prendo la pillola per la pressione e non ho potuto nemmeno andare in bagno», «Attacco bietola e prezzemolo fino alle dieci di sera e la mattina vengo al mercato e mi ritrovo in mezzo alla strada». 

«Tutte affermazioni strumentali, abbiamo solo avuto un problema tecnico con l'antincendio», tuona il gestore della struttura, Franco D'Alessandro, emigrante di ritorno, con il sogno di dare vita ad un mercato moderno e funzionale, «mia madre ha venduto qui i prodotti della terra dal 1929 al'45 e io in questo posto ho investito 3 milioni di euro».  Ma la polemica sul mercato coperto, struttura da 4mila metri quadrati, non è nuova. Tra alti e bassi va avanti da più di un anno ed è approdata anche in consiglio comunale. 

«Abbiamo chiesto che una parte del mercato venisse gestita direttamente dal Comune, per permettere agli ortolani lancianesi di ritornare a lavorare all'interno dell'edificio in tranquillità e negli orari consoni», spiega Pierluigi Vinciguerra (Idv), presidente della commissione d'inchiesta sul mercato coperto, «ma si tratta di una procedura mai messa in atto perché bisogna finire la trattativa con la Summa corporation e quindi con D'Alessandro che ne è il legale rappresentante». 

Non è tempo di rimestare invece per l'assessore alle attività produttive, Graziella Di Campli: «Ciò che è successo ieri è stato inaspettato, il servizio deve essere garantito e i contadini devono mettere per iscritto le loro lagnanze. Può farlo chiunque non si senta tutelato».  L'assessore è in attesa della relazione dei vigili urbani intervenuti sul posto. 

D'Alessandro da parte sua si lamenta dei continui controlli: «In due anni questo mercato ha subito 7 interventi della guardia di finanza, 15 accertamenti dell'ispettorato del lavoro, 5 dei vigili del fuoco, 4 dei Nas e 6 della guardia costiera». E non gli piace nemmeno l'ingiunzione di pagamento di 48mila euro di Tarsu: «Questo nega la funzione pubblica del mercato coperto, e allora io mi comporto da privato».

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