Gli ridanno la pensione ma lui si è ucciso

Anziano condannato per atti sessuali su minore: i soldi erano sequestrati per il risarcimento dei danni

LANCIANO. Condannato a dieci anni per violenza sessuale su una minorenne, ottiene dalla Cassazione il dissequestro della pensione, bloccata per il risarcimento dei danni alla parte civile ma lui si è tolto la vita qualche mese fa.

«Una sentenza che fa capire che la giustizia esiste, anche se chi poteva gioirne è ormai in un’altra vita». Così l’avvocato Alessandro Troilo commenta la sentenza della terza sezione della Cassazione su F.P.P., 76 anni, che il 4 febbraio scorso si tolse la vita nella residenza per anziani dove viveva in osservanza dell’obbligo di dimora per la condanna, in primo grado, del tribunale collegiale di Lanciano, a dieci anni di reclusione, l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e dai luoghi pubblici frequentati da minori e il risarcimento dei danni della parte civile, in via provvisoria, di 20 mila euro per violenza sessuale su una minore. Sentenza appellata dal legale.

«L’appello non si farà perché l’anziano è morto», precisa Troilo, «fatto che avevo comunicato anche alla Cassazione che stava giudicando sul sequestro conservativo della pensione dell’uomo per risarcire la parte civile. Invece il procedimento è andato avanti lo stesso e si è concluso con una sentenza che annulla il sequestro conservativo. Sequestro che avevo chiesto di annullare anche al tribunale di Lanciano e al Riesame a Chieti, ma con esito negativo».

Una sentenza singolare quella della Cassazione che arriva quando il condannato è ormai morto e che, secondo Troilo, se fosse arrivata prima, forse avrebbe evitato che l’anziano si togliesse la vita.

«Il mio assistito aveva sempre proclamato la sua innocenza», continua il legale, «e se avesse saputo della nullità del sequestro, dovuto al fatto che l’avvocato di parte civile era curatore della bimba e non poteva esserne anche avvocato difensore, e che questa nullità scardinava l’aspetto civile della vicenda con ripercussioni su tutto il processo, forse sarebbe ancora vivo». (t.d.r.)

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