I lavoratori di Villa Pini: non lasciateci soli
L'appello al sindaco in attesa del Consiglio di Stato. Di Primio: la legge può essere rivista
CHIETI. «Non lasciateci soli». E' l'appello dei 978 lavoratori della clinica Villa Pini e dei centri SanSteFar in vista della decisione del Consiglio di Stato attesa per il 13 aprile, a conferma o meno di quella del Tar aquilano, che potrebbe significare il ritiro dell'accreditamento alle strutture. Il grido di dolore è affidato a una lettera consegnata ieri al sindaco Umberto Di Primio ma sarà rivolto anche all'arcivescovo Bruno Forte, che domani sarà in clinica a incontrarli e celebrare il precetto pasquale, così come al presidente della Regione, Gianni Chiodi, cui è destinata una seconda missiva.
Ieri Di Primio ha voluto rispondere di persona, incontrandoli in clinica: «Vi sono accanto», ha detto, «abbiamo bisogno di tutelare i posti di lavoro anche affermando che una norma, l'art 7 bis della legge 32 del 2007, creato per tutelare gli interessi dei lavoratori, oggi può diventare uno strumento utilizzato ai danni degli stessi. Non so cosa deciderà il Consiglio di Stato, ma ciò che posso assicurare, quando e ove ci fosse un pronunciamento di questo organo, che confermi la sentenza del Tar di L'Aquila, è una forte pressione su quelle istituzioni e su quegli enti che dovranno decidere sugli accreditamenti e se, dunque, conservare i 900 posti di lavoro e garantire le prestazioni sanitarie ed assistenziali di cui il nostro territorio non può fare a meno». L'effetto boomerang della legge regionale 32 può essere superato con una revisione del testo o con interpretazioni dirette dell'ente regionale. Ne sono convinti sindaco e lavoratori, a prevenire il contraccolpo occupazionale e sui livelli essenziali di assistenza.
Solo Villa Pini e SanSteFar nel 2011 hanno assicurato in Abruzzo, stando alle cifre fornite dal Comitato, 4 mila ricoveri ospedalieri, 150 mila prestazioni ambulatoriali e 250 mila trattamenti riabilitativi domiciliari e ambutatoriali. Il gruppo dell'Udc in Comune, attraverso il consigliere Mario De Lio, ha già anticipato la presentazione in assise civica di un ordine del giorno sulla vicenda.
"Da più di 4 anni siamo stati travolti", dicono i lavoratori, di cui ieri si è fatto portavoce il responsabile della medicina riabilitativa, Attilio Petricca,"da vicende che hanno significato gravi ripercussioni morali ed economiche su di noi e sulle nostre famiglie: le mancate retribuzioni, la perdita di centinaia di posti di lavoro, la cassa integrazione e la costante incertezza lavorativa. Con l'avvento della nuova gestione della casa di cura Villa Pini e dei Centri SanStefAR è iniziata per noi lavoratori una nuova fase di speranza e di riscatto. Negli ultimi 2 anni abbiamo infatti concentrato tutte le nostre risorse professionali e umane nella riorganizzazione e nell'ammodernamento delle strutture ospedaliere e ambulatoriali, restituendo a Villa Pini, con le nostre competenze e con la forza dell'organizzazione del Policlinico Abano Terme, il rispetto e la fiducia dei pazienti e della comunità medico-scientifica. E' comprensibile, allora, lo sconforto nell'apprendere la sentenza del Tar».
Ieri Di Primio ha voluto rispondere di persona, incontrandoli in clinica: «Vi sono accanto», ha detto, «abbiamo bisogno di tutelare i posti di lavoro anche affermando che una norma, l'art 7 bis della legge 32 del 2007, creato per tutelare gli interessi dei lavoratori, oggi può diventare uno strumento utilizzato ai danni degli stessi. Non so cosa deciderà il Consiglio di Stato, ma ciò che posso assicurare, quando e ove ci fosse un pronunciamento di questo organo, che confermi la sentenza del Tar di L'Aquila, è una forte pressione su quelle istituzioni e su quegli enti che dovranno decidere sugli accreditamenti e se, dunque, conservare i 900 posti di lavoro e garantire le prestazioni sanitarie ed assistenziali di cui il nostro territorio non può fare a meno». L'effetto boomerang della legge regionale 32 può essere superato con una revisione del testo o con interpretazioni dirette dell'ente regionale. Ne sono convinti sindaco e lavoratori, a prevenire il contraccolpo occupazionale e sui livelli essenziali di assistenza.
Solo Villa Pini e SanSteFar nel 2011 hanno assicurato in Abruzzo, stando alle cifre fornite dal Comitato, 4 mila ricoveri ospedalieri, 150 mila prestazioni ambulatoriali e 250 mila trattamenti riabilitativi domiciliari e ambutatoriali. Il gruppo dell'Udc in Comune, attraverso il consigliere Mario De Lio, ha già anticipato la presentazione in assise civica di un ordine del giorno sulla vicenda.
"Da più di 4 anni siamo stati travolti", dicono i lavoratori, di cui ieri si è fatto portavoce il responsabile della medicina riabilitativa, Attilio Petricca,"da vicende che hanno significato gravi ripercussioni morali ed economiche su di noi e sulle nostre famiglie: le mancate retribuzioni, la perdita di centinaia di posti di lavoro, la cassa integrazione e la costante incertezza lavorativa. Con l'avvento della nuova gestione della casa di cura Villa Pini e dei Centri SanStefAR è iniziata per noi lavoratori una nuova fase di speranza e di riscatto. Negli ultimi 2 anni abbiamo infatti concentrato tutte le nostre risorse professionali e umane nella riorganizzazione e nell'ammodernamento delle strutture ospedaliere e ambulatoriali, restituendo a Villa Pini, con le nostre competenze e con la forza dell'organizzazione del Policlinico Abano Terme, il rispetto e la fiducia dei pazienti e della comunità medico-scientifica. E' comprensibile, allora, lo sconforto nell'apprendere la sentenza del Tar».
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