I sindaci contestano il bilancio della Sasi «I controlli? Non siamo in grado di farli»
LANCIANO. Dalla «fuga dai controlli» al bilancio 2008 contestato la strada è breve. Nella guerra sulla gestione dell’acqua tra Ato e Sasi, enti con soci gli stessi sindaci, spuntano una quindicina di consigli comunali che hanno impugnato il rendiconto della Sasi di due anni fa.
Nei giorni scorsi Pierluigi Caputi, commissario dell’Ato, l’ente che d’ambito che programma e vigila sul servizio idrico integrato, ha scritto alla Sasi, la società che gestisce l’acqua. «Vi sottraete sistematicamente al controllo», sostiene il commissario, «avviamo la revoca dell’affidamento del servizio». La questione è quella del cosiddetto “controllo analogo”, ossia la vigilanza sugli atti. Se per la Sasi - che sulla questione aveva anche modificato lo statuto dell’ente - il controllo sull’attività svolta viene effettuata dagli stessi Comuni-soci che partecipano al capitale dell’azienda, per l’Ato, invece, la verifica spetta solo all’ente d’ambito. Di qui l’ultimatum sulla revoca dell’affidamento.
Ma ora la polemica, sempre sui controlli, si sposta tra i sindaci. E viene fuori che una quindicina di consigli comunali, in gran parte con maggioranze di centrodesatra, hanno impugnato il bilancio 2008 della Sasi, ente presieduto dal centrosinistra. «I Comuni non sono mai stati in condizione di fare il controllo analogo», dice Antonio Tavani (Pdl), sindaco di Fara San Martino, «ho chiesto alla Sasi di conoscere chi sono i 31 assunti degli ultimi 6 mesi, ma nessuno risponde. A dicembre avevamo chiesto il rinvio di 15 giorni dell’approvazione del bilancio consuntivo 2008 proprio per effettuare i controlli, ma i vertici Sasi hanno messo fretta nel voto. E’ la dimostrazione che non è semplice fare quel controllo. Ora ci sono quindici consigli comunali che hanno impugnato quel consuntivo: ci sono aspetti che vanno chiariti».
Dal canto suo il presidente della Sasi, Gaetano Pedullà (Pd), sostiene che sul controllo analogo «non esiste alcun problema con l’Ato. Si è trattato semplicemente di un diverso modo di interpretare gli statuti di riferimento dei due enti. Abbiamo lavorato con l’Ato condividendo ogni progetto sulla gestione dei servizi idrici. Del resto i sindaci-soci della Sasi sono gli stessi sindaci-soci dell’Ato. E sono state le assemblee, dal 2003 ad oggi, a prendere le decisioni sui due enti, compresa quella sul controllo analogo. Non abbiamo problemi a sottoporci al controllo dell’Ato perché non c’è nulla da nascondere, ma fino ad oggi questo potere non è stato previsto in nessun atto».

Nei giorni scorsi Pierluigi Caputi, commissario dell’Ato, l’ente che d’ambito che programma e vigila sul servizio idrico integrato, ha scritto alla Sasi, la società che gestisce l’acqua. «Vi sottraete sistematicamente al controllo», sostiene il commissario, «avviamo la revoca dell’affidamento del servizio». La questione è quella del cosiddetto “controllo analogo”, ossia la vigilanza sugli atti. Se per la Sasi - che sulla questione aveva anche modificato lo statuto dell’ente - il controllo sull’attività svolta viene effettuata dagli stessi Comuni-soci che partecipano al capitale dell’azienda, per l’Ato, invece, la verifica spetta solo all’ente d’ambito. Di qui l’ultimatum sulla revoca dell’affidamento.
Ma ora la polemica, sempre sui controlli, si sposta tra i sindaci. E viene fuori che una quindicina di consigli comunali, in gran parte con maggioranze di centrodesatra, hanno impugnato il bilancio 2008 della Sasi, ente presieduto dal centrosinistra. «I Comuni non sono mai stati in condizione di fare il controllo analogo», dice Antonio Tavani (Pdl), sindaco di Fara San Martino, «ho chiesto alla Sasi di conoscere chi sono i 31 assunti degli ultimi 6 mesi, ma nessuno risponde. A dicembre avevamo chiesto il rinvio di 15 giorni dell’approvazione del bilancio consuntivo 2008 proprio per effettuare i controlli, ma i vertici Sasi hanno messo fretta nel voto. E’ la dimostrazione che non è semplice fare quel controllo. Ora ci sono quindici consigli comunali che hanno impugnato quel consuntivo: ci sono aspetti che vanno chiariti».
Dal canto suo il presidente della Sasi, Gaetano Pedullà (Pd), sostiene che sul controllo analogo «non esiste alcun problema con l’Ato. Si è trattato semplicemente di un diverso modo di interpretare gli statuti di riferimento dei due enti. Abbiamo lavorato con l’Ato condividendo ogni progetto sulla gestione dei servizi idrici. Del resto i sindaci-soci della Sasi sono gli stessi sindaci-soci dell’Ato. E sono state le assemblee, dal 2003 ad oggi, a prendere le decisioni sui due enti, compresa quella sul controllo analogo. Non abbiamo problemi a sottoporci al controllo dell’Ato perché non c’è nulla da nascondere, ma fino ad oggi questo potere non è stato previsto in nessun atto».