Il Biondi proibito agli ospiti
Troppi ritardi sulla sicurezza, il prefetto nega la deroga
LANCIANO. Basta deroghe: lo stadio Biondi sarà vietato ai tifosi ospiti. La decisione del prefetto Vincenzo Greco mette a nudo le inadempienze del Comune ma arriva alla vigilia di una partita, quella contro l’Andria, che non è certo a rischio, visto che le due tifoserie sono gemellate da oltre 20 anni.
Tre mesi di tempo, due deroghe già concesse dal prefetto (una scaduta il 30 settembre e l’altra concessa in occasione della partita contro il Potenza) per sistemare lo stadio, adeguandolo alle norme sulla sicurezza, non sono bastati: le telecamere per la videosorveglianza non ci sono, delle barriere divisorie tra i settori non c’è traccia e la numerazione degli spalti non è stata completata.
Il Biondi non è a norma e il prefetto, stanco di aspettare l’avvio di lavori richiesti da agosto, chiude i cancelli alla tifoseria ospite. Una beffa per i tifosi, visto che arriva alla vigilia di una partita tra le meno a rischio perché la tifoseria frentana e quella di Andria sono legate da un gemellaggio ventennale, tanto che per domenica, avevano organizzato una giornata di festa.
«E’ ridicolo chiudere domenica lo stadio agli ospiti», lamenta Leo Marongiu esponente del tifo organizzato, al termine dell’incontro avuto ieri con il prefetto Greco. «Quello del prefetto», aggiunge Marongiu «è un provvedimento che mette a nudo le negligenze di questa amministrazione nei confronti della gestione dei lavori allo stadio: da agosto non è riuscita neanche ad iniziare i lavori richiesti. Ed è proprio il fatto che lo stadio non è norma la motivazione adottata da Greco per chiuderlo agli ospiti, non per motivi di ordine pubblico».
Una motivazione che la dice lunga, che fa capire che il Comune deve muoversi: finora ha perso solo tempo. Per l’immobilismo iniziale l’amministrazione ha perso i 130mila euro “avanzati” dai lavori previsti per le strutture impegnate durante i Giochi del Mediterraneo e ha dovuto fare una variazione di bilancio di 200mila euro per acquistare le telecamere. In quanto alla gara di appalto, è stata appena bandita. «In realtà», precisa il dirigente dei lavori pubblici Giovanni Granà «è stata aperta una trattativa privata perchè l’appalto è su un cifra inferiore ai 500mila euro. Si chiuderà il 10 novembre, il 12 si apriranno le buste quindi entro i primi di dicembre le 12 telecamere si monteranno. Poi si metteranno le barriere divisorie e si completeranno gli interventi chiesti dalla questura».
Ovviamente a palazzo di città la chiusura dello stadio agli ospiti è letta con occhi diversi. «Non ci saranno i tifosi ospiti finchè non saranno montate le telecamere», ammette il sindaco Filippo Paolini, «ma non è un problema. La deroga che ci interessa è quella che permette alla Virtus di giocare al Biondi e di non dover traslocare in altri stadi». Insomma, poteva andare peggio. Ma chi glie lo dice a quelli di Andria che hanno già comprato il biglietto?
Tre mesi di tempo, due deroghe già concesse dal prefetto (una scaduta il 30 settembre e l’altra concessa in occasione della partita contro il Potenza) per sistemare lo stadio, adeguandolo alle norme sulla sicurezza, non sono bastati: le telecamere per la videosorveglianza non ci sono, delle barriere divisorie tra i settori non c’è traccia e la numerazione degli spalti non è stata completata.
Il Biondi non è a norma e il prefetto, stanco di aspettare l’avvio di lavori richiesti da agosto, chiude i cancelli alla tifoseria ospite. Una beffa per i tifosi, visto che arriva alla vigilia di una partita tra le meno a rischio perché la tifoseria frentana e quella di Andria sono legate da un gemellaggio ventennale, tanto che per domenica, avevano organizzato una giornata di festa.
«E’ ridicolo chiudere domenica lo stadio agli ospiti», lamenta Leo Marongiu esponente del tifo organizzato, al termine dell’incontro avuto ieri con il prefetto Greco. «Quello del prefetto», aggiunge Marongiu «è un provvedimento che mette a nudo le negligenze di questa amministrazione nei confronti della gestione dei lavori allo stadio: da agosto non è riuscita neanche ad iniziare i lavori richiesti. Ed è proprio il fatto che lo stadio non è norma la motivazione adottata da Greco per chiuderlo agli ospiti, non per motivi di ordine pubblico».
Una motivazione che la dice lunga, che fa capire che il Comune deve muoversi: finora ha perso solo tempo. Per l’immobilismo iniziale l’amministrazione ha perso i 130mila euro “avanzati” dai lavori previsti per le strutture impegnate durante i Giochi del Mediterraneo e ha dovuto fare una variazione di bilancio di 200mila euro per acquistare le telecamere. In quanto alla gara di appalto, è stata appena bandita. «In realtà», precisa il dirigente dei lavori pubblici Giovanni Granà «è stata aperta una trattativa privata perchè l’appalto è su un cifra inferiore ai 500mila euro. Si chiuderà il 10 novembre, il 12 si apriranno le buste quindi entro i primi di dicembre le 12 telecamere si monteranno. Poi si metteranno le barriere divisorie e si completeranno gli interventi chiesti dalla questura».
Ovviamente a palazzo di città la chiusura dello stadio agli ospiti è letta con occhi diversi. «Non ci saranno i tifosi ospiti finchè non saranno montate le telecamere», ammette il sindaco Filippo Paolini, «ma non è un problema. La deroga che ci interessa è quella che permette alla Virtus di giocare al Biondi e di non dover traslocare in altri stadi». Insomma, poteva andare peggio. Ma chi glie lo dice a quelli di Andria che hanno già comprato il biglietto?