Il giudice convalida l’arresto di Pagano

19 Agosto 2012

Resta in carcere il giovane accusato dell’omicidio di Albina Paganelli. Indagato a piede libero il romeno Gelu

SAN SALVO. Vito Pagano, 28 anni di San Salvo , resta in carcere. È quanto ha deciso ieri mattina il Gip del Tribunale di Vasto, Stefania Izzi, al termine dell'udienza di convalida del provvedimento di custodia cautelare disposto il 14 agosto su richiesta della sostituto procuratore, Enrica Medori. L'accusa contestata al giovane è omicidio volontario aggravato .Resta indagato ma a piede libero, Chelmus Gelu , 31 anni, il giovane di origine romena indicato in un primo momento da Pagano come l'autore materiale del delitto. Pagano ha fatto poi marcia indietro facendo agli inquirenti altri nomi . «Le indagini proseguono. Sono state ascoltate a lungo due persone informate dei fatti, ma al momento non ci sono altri indagati», dice il capitano dei carabinieri, Giuseppe Loschiavo.

Erano le 12,20, ieri mattina, quando i magistrati hanno lasciato il carcere di Torre Sinello. Mezz'ora dopo sono usciti anche i difensori di Pagano, gli avvocati, Clementina De Virgilis e Fiorenzo Cieri. Nessuno dei due però ha voluto rilasciare dichiarazioni nè sul loro assistito nè su eventuali altri sospettati. Telegrafico il commento dei difensori di Gelu. Probabilmente, il romeno sarà ascoltato nuovamente dai magistrati in settimana. «Aspettiamo le decisioni dei magistrati e gli sviluppi dell’indagine», affermano gli avvocati Giuseppe Piserchia e Andrea Chierchia.Il probabile movente dell'omicidio è la rapina. Particolare questo che dà la stura a molti amministratori per tornare a chiedere al prefetto Fulvio Rocco De Marinis un’ adeguata protezione del territorio. L'ultimo a farlo in ordine di tempo è il capogruppo del centrodestra di Monteodoriso, Nicola Stanisci. Il politico ieri ha ricevuto la visita dei ladri a casa in pieno giorno. «Sono uscito alle 8, mio figlio di 17 anni che è rientrato alle 11 li ha trovati a casa», denuncia Stanisci.Hanno rovistato ovunque e divelto dal muro una cassaforte in cui avevamo l'oro regalato ai miei figli in occasione del battesimo e della prima comunione. Hanno preso anche 200 euro in contanti. L'arrivo di mio figlio li ha disturbati. Alcuni vicini mi hanno riferito che, poco prima, quattro sconosciuti avevano chiesto informazioni su di me. Se penso al rischio corso da mio figlio mi vengono i brividi. Siamo alla mercè di gente senza scrupoli. Il prefetto non può più ignorarlo. Bisogna fare il possibile per evitare che al delitto della povera Albina Paganelli seguano altri gravi fatti», è l'appello di Nicola Stanisci.

Paola Calvano

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