Il sindaco: sono stato io a far saltare il consiglio
Di Primio contro l’Udc: non si può discutere ciò che è già chiaro in commissione In un mese sfumate quattro sedute per una spesa di quasi 12 mila euro
CHIETI. Quattro consigli comunali saltati in prima convocazione per mancanza del numero legale in poco più di un mese per una spesa di quasi 12 mila euro a danno della collettività. Sono i numeri da record dell’amministrazione comunale che continua a fare incetta di consigli infruttuosi.
L’ultima seduta consiliare è stata sciolta dopo che il sindaco ha deciso, insieme a tutto il Pdl, di abbandonare polemicamente l’aula facendo cadere il numero legale malgrado il centrosinistra e l’Udc abbiano risposto presenti all’appello del presidente del consiglio Marcello Michetti.
«Sono stato io a far cadere il numero legale», ammette il sindaco Umberto Di Primio, «perché non era più tollerabile l’atteggiamento di chi continua a scambiare il consiglio per un teatrino stucchevole che la nostra città non merita. Dovevamo discutere di delibere già ampiamente concordate in commissione anche da coloro che, invece, hanno preferito ergersi a protagonisti». Una situazione politica incandescente, quindi, che ha trasformato di nuovo palazzo d’Achille in una polveriera. La maggioranza di centrodestra, ancora una volta, ha evidenziato tutte le sue lacerazioni interne. Che, non a caso, sono sfociate in ben quattro consigli comunali sciolti in prima convocazione, in poco più di un mese, per mancanza del numero legale.
E’ chiaro che qualcosa non va nella coalizione di centrodestra che sembra sull’orlo di una crisi di nervi proprio alla vigilia del conclave di maggioranza in programma nel prossimo fine settimana.
Il sindaco, a quanto pare, è furente con il capogruppo dell’Udc Alessandro Giardinelli che, in aula, non perde occasione per punzecchiare il primo cittadino e la stessa maggioranza di cui fa parte. «Ringrazio i consiglieri del Pdl sempre presenti in aula al pari dei rappresentanti dell’intergruppo consiliare e di gran parte dell’Udc che, non dimentichiamo, conta tre assessori nella mia giunta. Ma chiedo al capogruppo dell’Udc Giardinelli», attacca il sindaco, «maggiore coerenza a questa maggioranza in quanto spesso in aula vengono sollevati polveroni per nulla e c’è una corsa spasmodica alla visibilità. Non si può disquisire per ore su provvedimenti condivisi in commissione. Ora basta».
Intanto anche nell’Udc le acque sono agitate. Il consigliere Donato Tacconelli fino a ieri mattina era con un piede e mezzo fuori dal partito. Una riunione fiume convocata da Andrea Buracchio, segretario cittadino dell’Udc, sembra aver ricucito lo strappo con Tacconelli ma adesso sulla graticola è finito proprio il capogruppo comunale Giardinelli per la sua gestione del gruppo consiliare.
Intanto Andrea Di Ciano, referente cittadino del Movimento 5 stelle, chiede di destinare i gettoni di presenza dei consigli saltati per creare un fondo sociale.
Jari Orsini
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