Il suicidio di Andrea Prospero e la chat dell’orrore: ora è caccia a un terzo ragazzo

Il caso dello studente di Lanciano trovato morto a Perugia: l’ignoto utente di Telegram nelle conversazioni con cui l’arrestato ha spinto il 19enne abruzzese a farla finita. (Nella foto: Andrea Prospero con il padre, la sorella e la madre)
LANCIANO. C’è un terzo ragazzo nella chat dell’orrore dove Andrea Prospero riceveva incoraggiamento e indicazioni per farla finita. I messaggi, risalenti alla mattina del 24 gennaio, giorno della scomparsa e della morte dello studente lancianese, hanno già incastrato Emiliano Volpe, diciottenne romano con piccoli precedenti, finito agli arresti domiciliari per istigazione al suicidio. Ma il sospetto è che nella chat di Telegram, in cui gli iscritti risulterebbero una cinquantina da tutta Italia, fossero più persone a leggere. Le indagini della Procura di Perugia si concentrano ora sull’analisi delle 46 schede sim, dei 5 telefoni e del pc, ritrovati nel monolocale di via Del Prospetto, per ricostruire la rete dei contatti di Prospero, sia in relazione al suo suicidio sia alle attività in rete.
L’IDEA DEL SUICIDIO Dall’analisi degli apparati telefonici e informatici in uso al diciannovenne, trovato senza vita il 29 gennaio nel b&b, emerge che Prospero gestiva numerosi account social, ma aveva un rapporto confidenziale con un solo interlocutore, Volpe. Al ragazzino, che conosceva da due anni senza averlo mai incontrato, Andrea aveva confidato problemi, ansie ed insofferenze rispetto alla vita universitaria, nonché il pensiero di uccidersi. Nel periodo piuttosto lungo in cui i due hanno conversato in Telegram, più volte l’argomento ricorrente è quello del suicidio. Secondo gli investigatori, è nel settembre 2024, periodo in cui si apprestava a frequentare l’università a Perugia, che in Prospero comincia a consolidarsi il proposito suicidiario. Insieme a Volpe passa in rassegna diversi metodi, fino ad individuare quello «migliore», l’ossicodone.
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