La «cittadella» di Toto spacca il centrosinistra

Rifondazione boccia l’accordo di programma e minaccia di lasciare la coalizione.
 

CHIETI. Le aree dismesse dell’Asi accendono lo scontro nel centrosinistra alla vigilia del voto di giugno. Rifondazione minaccia di lasciare la coalizione dopo il varo, in consiglio provinciale, dell’accordo di programma che spiana la strada alla trasformazione di vecchi e dequalificati siti industriali.

Decisione che prelude a un profondo cambio di destinazione d’uso per ampie superfici da assegnare a nuovi insediamenti commerciali. Si è parlato del progetto presentato dal gruppo Toto, per la realizzazione di una «città del divertimento» nel cuore della vallata del Pescara, a due passi da Megalò, ma non sembra questa l’unica iniziativa sostenuta dalle amministrazioni comunale e provinciale per trasformare il volto urbanistico di un’ampia fetta della città, per anni affidata alla programmazione del consorzio Asi Val Pescara.

Il consiglio provinciale ha, in realtà, ratificato due accordi di programma tra la Provincia stessa e il Comune di Chieti. Il provvedimento è stato approvato con sedici favorevoli e nove contrari. Rifondazione ha votato no con i gruppi di opposizione del Pdl. Il primo accordo, riguarda la riqualificazione delle aree dismesse, il secondo individua nuove zone artigianali in aree di espansione che muovono verso il lato ovest della città, in direzione di Brecciarola e Manoppello. Si tratta di un percorso programmatorio che il Comune ha avviato nel marzo scorso, con l’assenso unanime di tutte le componenti della coalizione di centrosinistra.

«E’ un impegno programmatorio che cerca di dare delle risposte a una serie di criticità», spiega l’assessore all’urbanistica, Valter De Cesare, «a cominciare dal riutilizzo delle aree dismesse, da decenni prive di vocazione produttiva, oltre che segnate da ampie fasce di degrado ambientale e dalla presenza di una commistione di funzioni, spesso incompatibili: residenziali, commerciali e per servizi».
 Ma a spiegare questa decisione ci sono, a giudizio di De Cesare, altre priorità. A partire dalla presenza delle aree sottoposte a tutela ambientale, per effetto dei vincoli a difesa del fiume. E ancora: la carenza di infrastrutture per la mobilità, con conseguente sviluppo e riassetto funzionale della rete viaria.

O l’emergenza ambientale, messa in luce dal piano regionale per la tutela della qualità dell’aria, che ha ricompreso il territorio comunale di Chieti nella “zona di risanamento metropolitana Pescara-Chieti”. Un’area da «bollino rosso», dove è vietato incrementare la emissione di sostanze inquinanti che derivano dalle attività industriali. Una scelta programmatoria, annota De Cesare, che discende «da una precedente delibera di indirizzo approvata, quasi alla unanimità, dal consiglio comunale, e pertanto da tutte le componenti della coalizione di centrosinistra».

Non ultimo il risvolto occupazionale, che ha naturalmente un peso specifico dirompente per effetto della crisi economica in atto. «L’accordo di programma», riprende De Cesare, «è parte del programma anticrisi, perché prevede il recupero occupazionale di circa mille posti di lavoro in Val Pescara e la anticipazione della cassa integrazione con il gettito derivante dalla fiscalità urbanistica». Rifondazione ha espresso il proprio dissenso in Provincia, con l’assessore Luciano Nelli e, in Comune, con il consigliere Riccardo Di Gregorio. Nel corso di un’audizione del sindaco Francesco Ricci, con gli assessori De Cesare e Cristiano D’Intino, Rifondazione ha spiegato che le contestazioni non riguardano i contenuti e le finalità del programma, quanto la procedura dell’accordo di programma.

I rappresentanti del Comune, a loro volta, hanno sottolineato l’esigenza di conseguire le finalità dell’accordo per risolvere i problemi storici delle aree dismesse e per andare incontro a numerose petizioni della popolazione residente nella vallata, che da anni chiede il ritorno alla competenza comunale delle aree.