VASTO
La polizia penitenziaria alza la voce: "Siamo pochi, ora basta" / VIDEO
Turni insostenibili, aggressioni e casi di suicidio: gli agenti protestano davanti al carcere di Torre Sinello
VASTO. Carenza di organico, aggressioni, turni massacranti e casi di suicidio. La situazione nel carcere di Vasto è diventata insostenibile e la polizia penitenziaria ha lanciato di nuovo il grido d'allarme con una protesta davanti all'istituto di Torre Sinello. Dopo aver proclamato lo stato di agitazione del personale in servizio, questa mattina i sindacati (Sappe, Sinappe, Osapp, Uspp, Fp Cgil e Uil Pa Pp) hanno chiesto interventi urgenti durante un sit-in a cui hanno partecipato anche il sindaco Francesco Menna e la deputata del M5S Carmela Grippa.
GUARDA IL VIDEO
"Ormai da tempo vengono denunciate le gravissime carenze organiche di poliziotti penitenziari nell’istituto vastese che si aggira oltre le 25 unità", recita la nota dei sindacati, "alla carenza organica qui riportata non è stato conteggiato il personale che nei prossimi mesi andrà in quiescenza, senza contare alcune unità di poliziotti che sono costretti a rimanere fuori servizio a causa delle diverse aggressioni subite da parte dei ristretti negli ultimi tempi, nonché per altre motivazioni. A questo si aggiunge, inoltre, il fattore 'età', in quanto la maggior parte dei poliziotti penitenziari hanno una media di 50 anni ed oltre, con alle spalle 30/35 anni di servizio. Basti pensare che dal mese di gennaio il personale ha raggiunto un monte ore di straordinario pari a quasi 10mila ore accumulate; gli stessi poliziotti non fruiscono di regolare giorno di riposo settimanale, nonché di congedo ordinario, accumulando in questo modo più di 150 giorni da fruire ad personam (per un totale approssimativo di 7mila giorni).
Inoltre, sul piano organizzativo-gestionale, bisogna tener conto della cospicua presenza di soggetti internati (perlopiù con problematiche psichiatriche), nonché delle problematiche correlate all’apertura della sezione Covid. Questi fatti sono stati denunciati soventemente e pertanto continuiamo a lanciare il nostro grido di allarme, affinché l’amministrazione penitenziaria centrale provveda a delle congrue assegnazioni e l’apparato governativo si faccia carico di un serio progetto di assunzioni, visto che in Abruzzo ci sono tanti istituti nella medesima condizione organizzativa".