CHIETI

L’intervista a Maccio Capatonda: Chieti, “Ritorno al futuro” e i progetti per il 2025

Il comico Maccio Capatonda insieme a Carlo Verdone durante le riprese di "Vita da Carlo"

6 Gennaio 2025

Intervista all’attore comico Marcello Macchia, in arte Maccio Capatonda, dopo le feste passate nella sua città: “Mi piacerebbe molto rivedere il centro con un cinema. Poi mancano locali, un fermento giovanile e una sede dell'università”.

CHIETI. A Chieti, la sua città, è scoccata quarant’anni fa la scintilla che lo ha fatto appassionare al cinema. “Ritorno al futuro” la pellicola galeotta che l’ha fatto inna amorare quando aveva ancora 7 anni. Ecco perché uno dei volti più noti di Chieti in Italia, quello di Maccio Capatonda, nome d’arte di Marcello Macchia, per il 2025 lancia la sua proposta alla città: riaprire un cinema in centro e ridare vita e slancio a Chieti alta. Un’idea che ha voluto condividere con Il Centro durante queste feste trascorse in totale relax proprio in città, con i suoi genitori.

Marcello, come ha trascorso questi giorni di festa?

«Sono stato dai miei, cercando di poltrire il più possibile e svegliandomi tardi: di solito mi alzo alle 7.30, qui invece alle 10. Mangio i piatti preparati da mia madre, non faccio nulla e non alzo un dito, nonostante i miei siano piuttosto anziani, e mi faccio coccolare, come se fossi un bimbo di dieci anni, qui nella mia casa nativa».

Quindi anche quest’anno è tornato in città?

«Sì, sono stato in città. Abbiamo dei rituali durante le feste natalizie. La vigilia di Natale si passa a casa di un’amica di mia madre, mentre per il pranzo di Natale siamo a casa di mia nonna. Cucina mia madre e poi si sta tutti insieme a giocare. Come l’anno scorso, anche quest'anno ho portato io un divertente gioco di società da Roma».

Com'è il Natale a casa sua a Chieti? E quali sono i suoi ricordi e i momenti preferiti legati anche alle tradizioni (anche culinarie) abruzzesi e teatine?

«Il Natale mi è sempre piaciuto: la cena della vigilia si passava da mia nonna e, a mezzanotte, si aprivano i regali. Allevato a pane e consumismo, ero felicissimo di poterne scartare tantissimi. Adesso le cose sono cambiate: nessuno di noi si fa più regali, anche se quest'anno io ho regalato ai miei genitori un nuovo computer per sostituire quello mezzo rotto che avevano, e che si litigavano... A tavola? Adoro le ostie ripiene fatte da mia madre e il cardone preparato da mio padre. Prima mangiavo anche ventricina, che amavo molto, ma ora sono vegetariano per una scelta etica quindi certi piatti non sono più nel mio menu. Ricordo che a casa dell'altra nonna, alla viglia, si mangiava il pesce: amavo la coda di rospo preparata da lei. Io ho sempre amato la vigilia più del giorno di Natale: come Leopardi nel sabato del villaggio, credo il vero piacere risieda nell’attesa».

Segue le vicende della città a livello politico, amministrativo, culturale e sportivo? E poi: è vero che "a Chieti non succede mai niente", come dice il suo trailer girato in città?

«Non seguo molto quello che accade in città. Nel mio trailer girato a Chieti dicevo che qui “non accade mai nulla di male”, ma non nulla e basta. Penso infatti che in città accadano cose, ma tutte positive. Chieti è molto tranquilla e da bambino questo non mi piaceva. Quando sei più giovane magari vorresti vivere al centro del mondo. E per me Chieti non lo era, tanto che non vedevo l'ora di trasferirmi altrove: a Milano, Roma o in America. La tranquillità di Chieti all'epoca mi faceva apprezzare di più la vitalità dei luoghi in cui mi sono poi trasferito. E oggi, di contro, mi piace tornare proprio per staccare la spina e rilassarmi».

Cosa manca a Chieti che lei vorrebbe vedere in futuro? Soprattutto per quanto riguarda il suo mondo, cultura, cinema, spettacolo, e per le opportunità di esprimersi di potenziali giovani talenti...

«Non mi piace la polarizzazione verso Chieti Scalo. Non ho nulla contro lo Scalo, ma penso che Chieti alta non sia abbastanza valorizzata. Secondo me, manca un cinema. Io sono cresciuto andando al Corso Cinema e al Supercinema. Al Corso vidi da piccolo “Ritorno al futuro”: la scintilla che mi fece appassionare a questo mondo. Mi piacerebbe molto rivedere il centro con un cinema. Poi mancano locali, un fermento giovanile e una sede dell'università. Ho saputo che anche il liceo Masci, la mia scuola, è stato spostato quasi fuori città: anche questo contribuisce a svuotare un po' il centro. Mi piacerebbe ritrovare e rivedere una Chieti come l'ho lasciata io anni fa. Questo è il mio augurio per il 2025».

E lei che progetti ha per il nuovo anno? Tornerà a girare ancora per le vie di Chieti, come fece mesi fa per l'esilarante trailer andato in onda al Gialappa Show?

«Ho una serie in uscita a marzo su Prime Video. Poi avrei in cantiere la scrittura di uno spettacolo teatrale: sarebbe il primo della mia carriera. Questo sì potrebbe anche passare con una tappa a Chieti. Lo spero proprio. Nuovi trailer? Arriveranno, ma non so quando perché lo spettacolo teatrale occuperà molto tempo nei prossimi mesi. Forse li rimanderò al 2026».

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